Tua vivit imago - volume 2

L autore Virgilio in breve La guerra fra Troiani e Latini come prefigurazione delle guerre civili Parte della critica, soprattutto in passato, ha visto la guerra fra i Troiani e la coalizione latino-italica come una prefigurazione delle guerre civili del I secolo a.C.: come Enea ha annientato chiunque si opponesse al piano divino della fondazione di Roma, così Ottaviano ha vinto il caos delle guerre civili, eliminando quanti si opponessero all ordine e alla pace. Se tale interpretazione dello scontro arcaico come una guerra civile ante litteram è corretta alla luce dell identificazione che nell ottavo libro ne fa lo stesso Virgilio, facendo preannunciare a Enea l imminenza della guerra con prodigi tipici delle guerre civili secondo la tradizione romana (fulmini a ciel sereno, squilli di tromba, bagliori in cielo) , essa però si rivela erronea, nella misura in cui concepisce l elemento latino-italico come simbolo dell empietà e del furor: una valutazione rigida e scorretta, perché tra i personaggi che si oppongono al destino di Enea e sono poi schiacciati dal fato troviamo figure di grande statura morale e virtuosa nobilità (Lauso, Camilla, Turno). Nei contrasti fra i Troiani e gli Italici forse Virgilio proietta le guerre civili del I secolo a.C., ma con l intenzione di veicolare un messaggio positivo: Roma è nata dall incontro e dalla fusione di due popoli, così come il principato augusteo sorge a partire dalla riconciliazione delle fazioni. Georgi Konstantinovich, L amazzone Camilla ferita (particolare), 1922. Collezione privata. più corretto ritenere allora che Virgilio abbia voluto proiettare le guerre civili del I secolo a.C. nel passato mitico di Roma per trasmettere un messaggio più positivo: come Roma è nata dalla fusione di due popoli diversi (Troiani e Latino-italici), ma fratelli (perché anche i Troiani, tramite Dardano, hanno origini italiche), con contributi importanti da parte degli Etruschi e dei Greci (questi ultimi rappresentati dall arcade Evandro) e non dall annientamento di uno dei due a opera dell altro, così anche il nuovo regime instaurato da Augusto è scaturito dalla riconciliazione e dalla riunificazione di fazioni opposte della stessa comunità, e non dall imposizione del cieco potere dell una sull altra. In entrambi i casi siamo di fronte a guerre fratricide, risoltesi in una pacificazione che beneficia del contributo di tutte le parti coinvolte. L epica dei sentimenti Una delle più grandi novità dell Eneide rispetto all èpos tradizionale si ravvisa nella finezza psicologica con cui Virgilio costruisce i suoi personaggi, non assimilabili in toto agli eroi omerici. Il protagonista, Enea, mantiene soltanto in parte le caratteristiche del guerriero arcaico (vigore fisico, virtù militari, aspirazione all onore), perché la sua adesione al volere degli dèi non è lineare e sicura come quella degli eroi omerici, ma sofferta, minacciata dal dubbio, tormentata da amare rinunce. I sentimenti privati dell eroe, i suoi desideri e i suoi dolori entrano continuamente in conflitto con le ragioni del fato; e il suo intimo dissidio lo costringe alla solitudine, perché in qualità di condottiero a capo di una comunità di esuli non può esibire le sue debolezze, non può rischiare di infondere nei compagni il dubbio che non esista un piano divino. Egli tenta di non disobbedire mai al destino, ma lo fa con grande sofferenza: non affronta passivamente le perdite dei propri cari, non si insuperbisce di fronte ai vinti; I personaggi virgiliani entrano in scena in tutta la loro problematicità e complessità. Virgilio dedica attenzione anche alla dimensione psicologica: dubbi, incertezze, paure, sentimenti di vario tipo li rendono più umani, lontani dagli eroi omerici. 65

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Età augustea