T10 ITA - Orazi e Curiazi

L ET DI AUGUSTO è un esempio il breve periodo Huius filiam virginem auro corrumpit Tatius ut armatos in arcem accipiat (rr. 3-4), nel quale alla principale segue la finale (nota però anche l allitterazione*, che innalza, invece, il tono: armatos arcem accipiat); oppure la frase estremamente sintetica con cui viene descritta l acme della vicenda, cioè l uccisione di Tarpea (r. 5): Accepti obru tam armis necave re, con l impiego di una sola parola (accepti) per narrare l ingresso dei nemici in città e soltanto tre per la morte dell eroina. La linearità del racconto non impedisce, però, a Livio di fornire, con esso, un exemplum morale, attribuito agli stessi nemici (ne quid usquam fidum proditori esset, r. 6) e teso a sostenere che chi tradisce si procura il disprezzo anche da parte di coloro che hanno tratto vantaggio dal tradimento. Laboratorio sul testo COMPRENSIONE 1. La storia di Roma narrata da Livio è costituita perlopiù da exempla positivi che alludono alle grandi virtutes del popolo romano; non mancano tuttavia aneddoti che, come quello di Tarpea, presentano personaggi visti in una luce negativa (gli esempi da evitare a cui si fa cenno già nella Praefatio). Tuttavia, anche in questo caso Livio non rinuncia ad alludere a una interpretazione che potrebbe rivalutare l immagine della giovane donna romana. Qual è tale ipotesi? ANALISI 2. Alla r. 3 è presente il sostantivo dolus. Quale caratteristica lessicale presenta questo termine? Quali sono le parole italiane legate a tale radice? 3. Osserva l espressione seu ut vi capta potius arx videretur seu prodendi exempli causa (rr. 5-6). Quali proposizioni vengono correlate dalle congiunzioni seu seu? Quale procedimento stilistico-retorico è alla base della scelta dell accostamento di queste due frasi? Sono presenti nel testo altre subordinate di questo tipo? Come sono costruite? T10 Orazi e Curiazi tratto da Ab Urbe condita I, 25 italiano Durante il regno di Tullo Ostilio, successore di Numa, scoppia un conflitto fra Romani e Albani per la supremazia su Roma; considerando però che la città era stata fondata da Romolo e Remo, nipoti del re albano Numitore, e che quindi i due popoli avevano una comune origine, viene deciso di risolvere il conflitto, anziché con uno scontro armato che avrebbe coinvolto l intera popolazione, con un duello fra tre gemelli romani e tre gemelli albani. Al duello assistono i due eserciti, che partecipano con grande intensità alla sfida. 5 10 624 1. Concluso il patto, i gemelli, come si era convenuto, prendono le armi. Mentre da ambedue le parti i loro compagni li esortavano dicendo che gli dèi patrii, la patria e i genitori, i concittadini e i commilitoni tutti fissavano in quel momento le loro armi, il loro braccio, essi, fieri per la loro stessa indole e imbaldanziti per le grida d incitamento, si avanzano nel mezzo dei due eserciti. 2. Le truppe s erano schierate dall una e dall altra parte dinanzi ai propri accampamenti, liberate dal pensiero del pericolo immediato più che dall inquietudine: giacché era in giuoco la supremazia, affidata al valore e alla fortuna di sì pochi uomini. Perciò, in piedi e ansiosi, s infervorano a quello spettacolo niente affatto gradito. 3. Si dà il segnale e, con le armi in pugno, come triplice schiera i giovani si lanciano, col coraggio di due grandi eser-

Tua vivit imago - volume 2
Tua vivit imago - volume 2
Età augustea