Tua vivit imago - volume 2

L autore Virgilio in breve Libro VI Giunto in Campania, a Cuma, Enea consulta la Sibilla e scende nell Ade (à T19). L eroe incontra le anime di alcuni personaggi che appartengono al suo passato (Deìfobo, figlio di Priamo; Didone; Palinuro, timoniere della nave di Enea); poi entra nei Campi Elisi, dove trova l ombra del padre. Questi illustra al figlio il percorso di purificazione che le anime devono affrontare prima di reincarnarsi sulla terra e gli mostra, in particolare, le anime dei suoi gloriosi discendenti, dai re di Alba Longa fino a Ottaviano Augusto e a Marcello, il figlio della sorella del princeps, Ottavia, morto prematuramente. Testo PLUS Augusto nell Elisio Libro VII I Troiani approdano presso la foce del Tevere. Enea riconosce la terra promessa e tenta di istituire un patto di pace con il re del luogo, Latino. Tuttavia l odio di Giunone non si arresta e la dea manda in fumo il patto, facendo fallire il matrimonio dinastico tra Enea e Lavinia, figlia di Latino. Contro i Troiani si forma quindi una coalizione di genti italiche, i cui eserciti sono presentati e passati in rassegna da Virgilio in un catalogo tipicamente omerico. Libro VIII Inizia la guerra. Enea risale il Tevere con alcuni suoi compagni e trova il sostegno di Evandro (à T20), re di una comunità di Arcadi, che gli mette a disposizione un contingente di soldati sotto la guida del figlio Pallante. Libro IX Mentre Enea è lontano dal campo troiano, la situazione peggiora. Turno e i suoi alleati ottengono una serie di parziali successi, mentre fallisce una sortita dei Troiani Eurìalo e Niso (à T21 e T22), che tentavano di raggiungere Enea per avvisarlo del pericolo. I due giovani vengono uccisi e le loro teste, infisse su picche, sono mostrate ai Troiani come monito. Libro X Ritorna Enea e infuriano gli scontri. Turno uccide Pallante, il figlio di Evandro, appropriandosi del suo bàlteo (la cintura di cuoio a cui i soldati romani appendevano la spada à T26); Enea uccide Lauso (à T23) e suo padre Mezenzio, alleati di Turno. Libro XI Enea tenta ancora offerte di pace, che però non hanno successo. Turno vuole lo scontro e durante una battaglia equestre perde la vita la giovane Camilla, valorosa guerriera di parte latina, di cui viene narrata la storia (à T24). Libro XII Giove convince finalmente Giunone a rinunciare al sostegno della parte italica, che accetta a patto che i Troiani, una volta stabilitisi nel Lazio, mutino il loro antico nome. Si arriva così allo scontro finale: Turno duella con Enea e, ferito alla coscia, invoca pietà. Enea sta per risparmiargli la vita, ma la vista del bàlteo di Pallante sulla sua spalla lo riempie d ira e lo incoraggia a uccidere l avversario (à T25). I segni di una mancata revisione Che l Eneide richiedesse un ulteriore revisione da parte del poeta è evidente da alcune tracce di trascuratezza reperibili in vari punti della narrazione. Per esempio, si ravvisano incongruenze abbastanza vistose tra la fine del secondo libro, dove Creùsa predice a Enea che la sua nuova patria sarà l Esperia (cioè l Italia), e il terzo libro, dove i Troiani ignorano la loro meta; fra il terzo libro, dove la medesima profezia di Creùsa è messa in bocca all arpia Celèno, e il settimo libro, dove è invece attribuita ad Anchise; fra il quinto libro, dove Eurìalo e Niso partecipano ai giochi per Anchise, e il nono libro, dove i due giovani sono introdotti nella narrazione come se apparissero qui per la prima volta. A queste contraddizioni si unisce la dubbia autenticità di un brano, non presente nella tradizione diretta, ma riportato dal cosiddetto Servius Danielinus (o auctus), cioè una versione ampliata del commento di Servio: si tratta di ventidue versi in cui Enea, durante l incendio di Troia, vede da lontano Elena tentare di trovare rifugio nel tempio di Vesta; ha un impeto d ira e vorrebbe ucciderla. Il brano sembrerebbe autentico per la sua fattura complessiva e per i modelli tenuti presenti, ma è in contraddizione con quanto Virgilio racconta nel sesto libro (a partire dal v. 511), dove Elena, nei momenti concitati dell incendio, è descritta come intenta a tradire ancora una volta i Troiani, accogliendo i Greci nella casa del suo nuovo marito Deìfobo, altro figlio di Priamo. Non è escluso che Virgilio avesse scritto questo brano in una forma provvisoria e che l antico editore Vario avesse deciso di ometterlo. I citati sintomi di incompiutezza si intrecciano con l interessante testimonianza della Vita di Svetonio-Donato (à p. 49) sul modo in cui Virgilio compose il poema. Secondo il Nel poema sono presenti alcune incongruenze, prova della mancata revisione dell opera. In una versione ampliata del commento di Servio, inoltre, compare un brano assente nella tradizione diretta ma che potrebbe essere autentico, nonostante introduca un altra contraddizione. L incompiutezza del poema è confermata anche dalla presenza, nell opera, di alcune decine di versi lasciati a metà. 61

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Età augustea