T4 LAT - La prefazione alla terza decade

L ET DI AUGUSTO ! repetita iuvant GLI USI DEL GERUNDIO Il gerundio può essere definito un sostantivo verbale che corrisponde alla declinazione dell infinito. Si riferisce all azione espressa dal verbo senza alcun valore temporale e si declina al genitivo, al dativo, all accusativo e all ablativo. Tutti i verbi latini possiedono il gerundio, ma esso è usato prevalentemente con quelli intransitivi o usati intransitivamente, mentre quando è espresso il complemento oggetto è più comune l utilizzo del gerundivo (à p. 492). Il genitivo determina sostantivi e aggettivi che reggono questo caso (scribendi arte, r. 4 di T2); se unito a causa/ gratia posposti, può invece indicare lo scopo di un azione e corrisponde a uno dei modi per rendere la finale in maniera implicita; l accusativo non è mai usato da solo, ma solitamente preceduto dalla preposizione ad con valore finale o di relazione; in poesia o negli autori post-classici lo si trova anche introdotto da altre preposizioni e, in tal caso, mantiene il valore della preposizione costruita con l accusativo di un sostantivo; l ablativo ha valore modale o strumentale se è usato senza preposizione; se è invece preceduto da preposizione (in, a / ab, de, e /ex, pro ecc.) mantiene il valore della preposizione costruita con l ablativo di un sostantivo. il dativo indica solitamente un fine o la destinazione di qualcosa in dipendenza da aggettivi, verbi o espressioni che indicano attitudine, capacità, applicazione; è di uso post-classico; Svolgi&Verifica Esercizi interattivi 1. Inquadra il QRCode: individua i gerundi presenti nei periodi proposti. T4 La prefazione alla terza decade tratto da Ab Urbe condita, XXI, 1 latino All inizio della terza decade, interamente occupata dalla narrazione della seconda guerra punica, Livio colloca un nuovo proemio, in cui dichiara di voler scrivere del conflitto più grande che sia mai stato combattuto. Il richiamo all incipit della Guerra del Peloponneso dello storico greco Tucidide (V-IV secolo a.C.) è evidente ed esibito dallo stesso Livio, il quale accenna infatti agli scrittori che prima di lui hanno voluto far precedere alle loro opere un introduzione ai fatti narrati. L eccezionalità dello scontro fra Romani e Cartaginesi consiste nella grandezza delle potenze in gioco, nella loro forza ed esperienza militare, ma soprattutto nel continuo alternarsi delle sorti della guerra, al punto che furono più vicini alla totale disfatta proprio coloro che risultarono alla fine vincitori. ! repetita iuvant à p. 607 1. In parte operis mei licet mihi praefari, quod in principio summae totius professi plerique sunt rerum scriptores, bellum maxime omnium memorabile quae unquam gesta sint me scripturum, quod Hannibale duce Carthaginienses cum populo Romano gesse re. 1. In parte operis gesse re In parte operis mei: a questo punto della mia opera . licet mihi praefari: licet è la proposizione principale ( mi è lecito porre una prefazione ). quod scriptores: costruisci: quod ( cosa che ) plerique scriptores rerum ( la maggior parte degli scrittori di storia ) professi sunt ( hanno dichiarato , da profiteor) in principio summae totius 604 ( al principio dell intero scritto ). Quod è pronome relativo dipendente da praefari e introduce una relativa di valore incidentale. bellum memorabile: è il complemento oggetto di scripturum, da concordare con me, cui Livio sottintende esse (perifrastica attiva): mi accingo a scrivere la guerra più memorabile di tutte ; si tratta della seconda guerra punica, come viene detto subito dopo. quae sint: il pronome relativo è riferito al genitivo partitivo omnium e la proposizione è una relativa con il congiuntivo eventuale. quod gesse re: quod si riferisce al precedente bellum; gesse re è forma arcaica per gesse runt, perfetto di gero. Hannibale duce è ablativo assoluto nominale ( guidati da Annibale ).

Tua vivit imago - volume 2
Tua vivit imago - volume 2
Età augustea