Tua vivit imago - volume 2

L ET DI AUGUSTO letta; la monumentalità del progetto deriva dalla volontà di unificare le sparse testimonianze annalistiche al fine di creare una storia universale, ma anche ideale, dell Urbe. La realizzazione del programma di Livio è ostacolata non solo dall ovvia vastità dell argomento, ma anche dalla diffusione capillare di opere dello stesso genere (volgatam rem, r. 3 di T2), a partire da quelle composte dagli annalisti Fabio Pittore e Cincio Alimento (III-II secolo a.C.). A ciò si aggiunge poi un ulteriore difficoltà: il gusto del pubblico augusteo si va indirizzando sempre più verso la storia contemporanea (secondo alcuni studiosi sarebbe questa un allusione al lavoro di Asinio Pollione à p. 41), mentre Livio intende narrare la storia del popolo romano a primordio Urbis. La scelta di partire dalle origini Tale scelta pone l autore di fronte al problema delle origini leggendarie di Roma, un argomento più adatto «alle favole poetiche che a una rigorosa documentazione storica , in relazione al quale Livio evita di prendere una posizione chiara e definita (ea nec adfirmare nec refellere in animo est, rr. 2-3 di T3). Il problema della storia prima della storia , con cui già gli storici greci (in primo luogo Tucidide) si erano confrontati, viene affrontato da Livio con un atteggiamento di intelligente comprensione: è infatti del tutto naturale, egli afferma, che gli inizi di una civiltà si siano colorati di elementi leggendari (par. 7). Per lui tuttavia non è importante stabilire se e in che misura certi eventi siano davvero avvenuti, quanto invece scorgere in essi degli esempi da cui trarre un insegnamento etico: «Questo soprattutto v è di salutare e di utile nella conoscenza della storia, che tu hai sotto gli occhi gli insegnamenti d ogni genere che sono riposti nelle illustri memorie, e puoi prenderne ciò che sia da imitare per te e per il tuo Stato . Un opportunità, questa, tanto più preziosa in un epoca corrotta come quella nella quale Livio ritiene di vivere: la virtù dei grandi uomini del passato, veri o fittizi che siano gli episodi che li vedono protagonisti, deve essere posta in comparazione con la sterilità etica del presente, epoca che ha sostituito la parsimonia e il valore dell antichità con la corruzione e il lusso. con quest occhio che bisogna leggere dunque la storia delle origini di Roma: come un grande affresco di virtù ormai perdute (rr. 12-15 di T2); ed è particolarmente significativa e rivelatrice, da tale punto di vista, la scelta del termine monumentum con cui 602 Livio definisce le opere storiche (in inlustri monumento, r. 15 di T3): il sostantivo significa, infatti, letteralmente memoria, ricordo , ma deriva dal verbo moneo ( faccio ricordare, ammonisco ) e conserva, quindi, anche il senso di ammonimento . La storia che Livio intende scrivere è, dunque, un memoriale il cui scopo è quello di ammonire i lettori. Grandezza e decadenza di Roma Tema dominante e motivo conduttore dell intera Praefatio è quello della grandezza di Roma, richiamato in relazione alle motivazioni che hanno indotto Livio a scrivere l opera (contribuire al ricordo delle imprese del «popolo principe delle terre ), all ampiezza dell argomento che si propone di affrontare (la storia di una città cresciuta a tal punto da essere ormai «travagliata dalla sua stessa grandezza ), all alone leggendario che circonda le origini dell Urbe, alle ragioni prettamente etiche alla base dell utilità della narrazione storica («nessuno Stato fu mai né più grande né più santo né più ricco di buoni esempi , rr. 17-18 di T3). Al tema della grandezza del passato di Roma fa costante pendant quello comune a Sallustio della miseria morale del presente, anticipato già dall ambivalente immagine della città oppressa dalla propria grandezza (presente anche in Orazio nell epòdo 16, 2: suis et ipsa Roma viribus ruit, «e Roma rovina per le sue stesse forze , con riferimento alle guerre civili), e poi sviluppato come allusione, appunto, alle guerre civili (le forze che «da sé stesse si consumano ). L obiettivo è quello di fornire un esempio che serva da ammonimento morale, mostrando come «rilassandosi a poco a poco la disciplina, i costumi si siano dapprima corrotti e quindi si siano anch essi sempre più rilassati, per rovinare poi a precipizio (rr. 11-12 di T3; espressione, quest ultima, assai vicina a quella che si legge in un frammento delle Historiae di Sallustio: «la moralità antica, che in precedenza aveva declinato gradualmente, precipitò in basso con la foga di un torrente , trad. P. Frassinetti). Il concetto è poi rafforzato dal confronto tra la Roma del passato e quella presente («recentemente, invece, le ricchezze hanno portato con sé la cupidigia, e l abbondanza dei piaceri la smania di rovinarsi e di mandar tutto in rovina con gli sperperi e gli eccessi , rr. 21-22 di T3). In tal modo la prefazione dell opera, nell enunciare esplicitamente l argomento, afferma, allo stesso tempo, con grande forza ed evidenza, quello che ne costituisce il tema principale e, in definitiva, la stessa ragion d essere.

Tua vivit imago - volume 2
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Età augustea