Le ragioni dello storico

L ET DI AUGUSTO Le ragioni dello storico T2 La Praefatio: lo scopo dell opera tratto da Ab Urbe condita, Praefatio 1-5 latino L opera di Livio inizia con una Praefatio composta probabilmente tra il 27 e il 25 a.C. in occasione della pubblicazione del primo libro o gruppo di libri in cui lo storico, oltre a riprendere il tòpos della decadenza morale della sua età rispetto ai tempi antichi, espone alcuni concetti fondamentali della sua visione della storia. In questi primi cinque paragrafi l autore si interroga intorno alle ragioni che lo hanno spinto a intraprendere l opera nonostante le difficoltà intrinseche del progetto: si risponde che il premio della sua fatica sarà, da una parte, quello di aver contribuito a tramandare il ricordo delle imprese del più grande popolo del mondo e, dall altra, quello di distogliere il proprio animo dalla visione dei mali del presente. ! repetita iuvant à p. 604 5 10 1. Facturusne operae pretium sim, si a primordio urbis res populi Romani perscripse rim, nec satis scio nec, si sciam, dicere ausim, 2. quippe qui cum veterem tum volgatam esse rem videam, dum novi semper scriptores aut in rebus certius aliquid allaturos se aut scribendi arte rudem vetustatem superaturos credunt. 3. Utcumque erit, iuvabit tamen rerum gestarum memoriae principis terrarum populi pro virili parte et ipsum consuluisse; et si in tanta scriptorum turba mea fama in obscuro sit, nobilitate ac magnitudine eorum me qui nomini officient meo conso ler. 4. Res est praeterea et immensi operis, ut quae supra septingentesimum annum repetatur et quae ab exiguis profecta initiis eo creverit ut iam magnitudine labo ret sua; et legentium plerisque haud dubito quin primae origines proximaque originibus minus 1. Facturusne dicere ausim Non so se farò impresa degna della fatica, se ripercorrerò dagli inizi della città la storia (res; lett. le vicende ) del popolo Romano; né, se lo sapessi, oserei dirlo . Facturusne: la frase introdotta dall enclitica -ne è un interrogativa indiretta, dipendente da nec satis scio nec dicere ausim. Questa interrogativa (composta da una perifrastica attiva) è, a sua volta, l apodosi di un periodo ipotetico la cui protasi è rappresentata da si perscripse rim. a primordio urbis: dall origine della città . L intento dello storico è dunque quello di coprire un periodo assai ampio. perscripse rim: congiuntivo perfetto che indica l anteriorità rispetto a facturus sim. Nota come la preposizione per-, dalla quale il verbo è composto, conferisca al verbo il valore perfettivizzante di descrivere minuziosamente . ausim: forma arcaica di congiuntivo potenziale da audeo, accanto alla forma regolare audeam. 2. quippe qui superaturos credunt quippe qui: espressione che introduce una proposizione relativa causale. cum veterem tum volgatam: correlazione utilizzata per mettere in rilievo il secondo termine, cioè volgatam (arcaismo per vulgatam). Li- 598 vio vuole dire che la difficoltà della sua opera sta sia nell antichità dei tempi, sia soprattutto nell enorme diffusione degli argomenti trattati: si tratta, insomma, di argomenti vecchi e risaputi . Nota l allitterazione* dei fonemi v, m e t. dum: congiunzione temporale, qui con una lieve sfumatura causale. novi semper scriptores: nel contesto gli scriptores sono gli storici. allaturos: come il successivo superaturos, sottintende esse (rispettivamente: [credono] che porteranno e che supereranno ). Si tratta quindi di una perifrastica attiva, il cui soggetto è se. rudem vetustatem: cioè i rozzi scrittori antichi (astratto per il concreto). scribendi arte: ablativo di limitazione ( nell arte dello scrivere ) o, in alternativa, di strumento ( con l arte dello scrivere ). 3. Utcumque erit conso ler Utcumque erit: Comunque sia (lett. sarà ). Livio vuole dire che in ogni caso sarà contento di aver contribuito al ricordo delle imprese del più grande popolo della terra. iuvabit consuluisse: costruisci: tamen iuvabit et ipsum consuluisse, pro virili parte (lett. secondo la parte delle mie forze , cioè per quanto mi riguarda , da parte mia , secondo i miei mezzi ), memoriae rerum gestarum populi principis terrarum (lett. del popolo principe delle terre , cioè del popolo più grande del mondo). Et ipsum è il soggetto dell infinitiva il cui verbo è consuluisse e che dipende da iuvabit; consuluisse regge il dativo memoriae. si in tanta sit: protasi di un periodo ipotetico della possibilità, di cui nobilitate conso ler è l apodosi. In obscuro, nell oscurità , è un aggettivo neutro sostantivato. nobilitate ac magnitudine: sono due ablativi di mezzo. me: il pronome, complemento oggetto di conso ler, è collocato in iperbato*. qui officient: office re, intransitivo, si costruisce con il dativo (nomini). Il valore primario è quello di fare contro (ob + face re, con apofonia per cui a > ); nel contesto il verbo significa offuscare . 4. Res est conficiunt «La materia è poi d immensa mole, poiché risale ad oltre settecento anni addietro, e partita da umili inizi (ab exiguis profecta initiis) Roma a tal punto è cresciuta, che già è travagliata dalla sua stessa grandezza; e non dubito che alla maggior parte dei lettori (legentium plerisque) offrirà scarso diletto (minus praebitura voluptatis sint) il racconto delle prime origini e dei fatti più vicini alle origini, per la fretta di giungere a questi ultimi eventi (festinantibus ad haec nova), in cui

Tua vivit imago - volume 2
Tua vivit imago - volume 2
Età augustea