VERBUM DE VERBO - Virtus e fortuna

L ET DI AUGUSTO in breve su quanto si presti a una drammatizzazione delle vicende; oppure apporta delle modifiche per motivazioni ideologiche, in un ottica celebrativa della grandezza di Roma. Per esempio, l idealizzazione del generale romano Tito Quinzio Flaminino, presentato come il liberatore della Grecia (XXXIII, 33), non corrisponde alla rappresentazione del personaggio che fa Polibio, di cui non trascura gli aspetti più oscuri. Qualche infedeltà deriva anche da errori di traduzione del testo greco, errori presumibilmente dovuti alla fretta con cui Livio compone la sua enorme opera; ma in generale lo storico latino non condivide la concezione polibiana della storia: mentre egli attribuisce una finalità etica alla sua narrazione, proponendo una serie di exempla di virtù morali, anche attinti da un passato mitico, l atteggiamento di Polibio è molto più pragmatico e rigoroso nell accertamento della veridicità delle notizie e non tollera drammatizzazioni. Per fare solo un esempio: il racconto di Livio della traversata delle Alpi da parte dei Cartaginesi nel 218 a.C. dipende principalmente da Polibio, ma dell asciuttezza del modello non resta nulla; l avanzata punica assume invece la grandiosità di un impresa epica, a cui contribuisce a conferire pàthos il discorso di Annibale per rincuorare i soldati stremati dalla fatica e spaventati di fronte all idea di dover superare quelle altissime montagne (XXI, 30). Sebbene l opera di Livio Il valore dell opera storica liviana Tali considerazioni hanno indotto una parte della sia a volte apparsa come critica a ridimensionare il valore storiografico dell opera liviana rispetto a quella di autori una riscrittura di quelle come Sallustio e Tacito, che alla scrittura della storia giungono dall esperienza (spesso, per precedenti, egli intende, con i suoi libri, mostrare loro, deludente) dell attività politica e che, proprio per le posizioni occupate, hanno magcome l ascesa di Roma giori contatti con la documentazione ufficiale: Livio è stato, dunque, considerato più un sia stata favorita dalla letterato impegnato nella riscrittura di opere già esistenti che un vero e proprio storico. virtus dei cittadini Tuttavia questo giudizio, se può contenere una parte di verità, non rende giustizia all enore dalla fortuna. me sforzo compiuto dall autore, che, come dichiara esplicitamente nella Praefatio (à T2 e T3), si era posto l obiettivo di ricostruire la storia del popolo romano sin dalle sue origini mitiche e di proporre questa storia ai lettori con un fine educativo, evidenziando, inoltre, come l affermazione della supremazia romana sia stata favorita dalla fortuna, che appare quasi un disegno provvidenziale, e dalla virtus dello stesso popolo romano. Si potrebbe anche osservare che un giudizio complessivo non può essere formulato in assenza di una porzione tanto consistente dell opera: la perdita proprio delle decadi relative al periodo più vicino allo storico non permette di valutare come egli si sia comportato nel trattare avvenimenti dei quali doveva avere una conoscenza più diretta. verbum de verbo / Virtus e fortuna / I termini virtus e fortuna esprimono due concetti fondamentali in Livio e, in generale, molto importanti per la mentalità romana. Il sostantivo virtus ( valore , virtù ), da vir ( uomo ) e il suffisso -tus (che serve a formare sostantivi astratti o collettivi), indica l insieme delle doti fisiche e morali caratteristiche dell uomo: per Livio è la prima causa della grandezza di Roma, che è stata costruita grazie al valore (soprattutto, ma non esclusivamente, militare) dei suoi cittadini. La fortuna ( caso , sorte ; il sostantivo è da connettere a fors, dallo stesso significato), anche divinizzata e divenuta perciò Fortuna, è concepita da Livio come ciò che 586 interviene a promuovere le qualità personali dell individuo. Nel capitolo 42 del primo libro, per esempio, narrando la guerra di Servio Tullio contro i Veienti, Livio scrive: In eo bello et virtus et fortuna enituit Tulli, «In quella guerra rifulsero sia il valore sia la fortuna di Tullio (I, 42, 3). Il successo di Servio Tullio dipese, dunque, prima di tutto dal suo valore, e poi dalla fortuna, che ne fu il sostegno, come viene detto poi, più esplicitamente, anche in un passo del quarto libro: Ergo fortuna, ut saepe alias, virtutem est secuta, «Dunque la fortuna, come spesso in altre occasioni, tenne dietro al valore (IV 37, 7).

Tua vivit imago - volume 2
Tua vivit imago - volume 2
Età augustea