Tua vivit imago - volume 2

L autore Ovidio vivaque adhuc animaeque aliquid retinentia membra 645 dilaniant: pars inde cavis exsultat a nis, pars veribus stridunt; manant penetralia tabo. His adh bet coniunx ignarum Terea mensis et, patrii moris sacrum mentita, quod uni fas sit adire viro, comites famulosque removit. 650 Ipse sedens solio Tereus sublimis avito vescitur inque suam sua viscera conge rit alvum, tantaque nox animi est: «Ityn huc accersite dixit. Dissimulare nequit crudelia gaudia Procne iamque suae cupiens exsistere nuntia cladis: 6 55 «Intus habes, quem poscis ait. Circumsp cit ille Procne, Filomela e Iti, coppa, V-IV secolo a.C. Parigi, Museo del Louvre. e dilaniarono le membra ancora vive che conservavano un po di respiro. Una parte bollì nei crateri di bronzo, una parte cigolò sugli spiedi; la casa gronda di sangue. A questa mensa Procne invita l ignaro Tereo, fingendo che fosse un rito attico, a cui soltanto il marito può accostarsi, e con questo allontanò servi ed amici. Tereo, sedendo in alto sul trono degli avi, mangia e introduce nel ventre le proprie viscere; tanta è la sua cecità che grida: «Chiamate Iti! . Ma Procne non può dissimulare la sua gioia crudele e, volendo essere messaggera della sua strage, dice: «L hai dentro quello che chiedi . Tereo si guarda attorno, 644-646. vivaque penetralia tabo Dopo aver ucciso Iti, Procne e Filomela lo fanno a pezzi e lo cucinano, in parte facendone bollire la carne in un recipiente di bronzo (cavis a nis, plurale poetico), in parte arrostendola sugli spiedi (veribus). anima: è il respiro, e dunque il soffio vitale , quindi anche vita . mem bra dilaniant: nota il forte enjambement*, che pone enfaticamente in rilievo il verbo. exsultat: il verbo exsulto significa letteralmente saltare , saltellare : in questo contesto ha il senso di bollire . stridunt: crepitano . Il singolare collettivo pars, ripetuto due volte, ha in un caso il verbo al singolare, nell altro al plurale. Nota che nel testo latino i verbi sono tutti al presente narrativo, variamente reso nella traduzione italiana qui proposta. penetralia: sono la parte più interna della casa. tabo: tabum, lett. marcio, pus , indica qui il sangue imputridito (di Iti). 647-649. His adh bet removit patrii moris sacrum: lett. un rito sacro dell uso patrio , cioè della sua patria (Atene; ricorda che qui invece siamo in Tracia). mentita: participio perfetto di mentior, dipendente da removit. quod: accusativo in dipendenza da adire; nota l uso del congiuntivo obliquo all interno della relativa. uni viro: al solo marito ; nota la posizione rilevata, in clausola, di uni. 650-652. Ipse sedens dixit sedens solio sublimis: l allitterazione evidenzia la solennità della postura di Tèreo, in forte contrasto con l azione che egli sta, inconsapevolmente, compiendo. inque alvum: lett. accumula (conge rit) le proprie viscere (sua viscera, il corpo di suo figlio) nel proprio ventre (in suam alvum) , cioè si riempie il ventre con le sue stesse carni (con il poliptoto* suam sua a sottolineare il paradosso). tantaque nox animi est: lett. e tanto grande è la notte dell animo , cioè l oscurità nella quale è immerso il suo animo (dal momento che Tèreo non sta sospettando assolutamente nulla di quanto sta avvenendo). Si tratta di un commento del narratore, che sottolinea la cecità del personaggio, cioè la sua incapacità di comprendere la situazione in cui si trova; anche in precedenza, ai vv. 472-473, il po- eta aveva esclamato: Pro superi, quantum mortalia pectora caecae / noctis habent!, «Per gli dèi, quanta notte cieca c è nel cuore degli uomini! (trad. G. Paduano), di fronte agli Ateniesi che giudicavano Tèreo come un uomo pio e devoto alla moglie. huc accersite: fate venire qui . 653-660. Dissimulare dictis exsis tere: ha qui il significato di farsi avanti, mostrarsi ; è infinito retto dal participio cupiens. Intus habes: Procne non riesce più a trattenersi dal manifestare, trionfante, la crudele gioia (crudelia gaudia) della vendetta e informa Tèreo con un gioco di parole: intus habes significa, infatti, lo hai dentro [di te] , ma può essere inteso e così lo intende Tèreo come lo hai [qui] dentro , cioè nella sala, tanto che il re si guarda intorno (Circumsp cit ille) e chiede dove sia (ubi sit, quaerit). «Il sarcasmo di Procne si esprime in uno dei più feroci giochi di parole che si possano concepire, quello di una madre che irride il marito-nemico facendo ironia sul figlio assassinato e imbandito in pasto a suo padre (G. Rosati). 527

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Età augustea