Tua vivit imago - volume 2

L autore Ovidio Analisi del testo Il confronto con Virgilio Fonte di ispirazione e modello dell epistola è il quarto libro dell Eneide di Virgilio, interamente dedicato alla tragica storia d amore tra Didone ed Enea: Ovidio recupera una lunga serie di motivi presenti nel testo di riferimento, ma, adottando il punto di vista dell eroina, li ri-funzionalizza in base agli obiettivi di quest ultima, che mira esclusivamente a convincere Enea a non partire. In Virgilio, per esempio, Didone si rammaricava con parole accorate di non essere rimasta incinta: «Almeno se stringessi tra le braccia un figlio avuto da te / prima della fuga, se giocasse per me nella corte / un piccolo Enea che almeno richiamasse te nel volto, / certo non mi sentirei sorpresa e abbandonata del tutto (IV, 327-330, trad. L. Canali). In Ovidio, al contrario, Didone utilizza l ipotesi di una gravidanza come argomento teso a commuovere l eroe e a indurlo quindi a restare: «viene meno così, nella Didone ovidiana, la drammatica complessità del personaggio di Virgilio, che perde alcuni dei suoi tratti più qualificanti. Privato della dimensione [ ] religiosa, che determina l agire di Enea in conformità ai disegni del fato, il drammatico conflitto dei due eroi virgiliani, divisi dall inconciliabilità e anzi incomunicabilità delle rispettive ragioni, viene assimilato allo schema strutturale, così frequente nelle Heroides, che oppone una donna abbandonata a un uomo ingrato e dimentico (G. Rosati). Tra retorica ed elegia L insistenza pressoché esclusiva sulla funzione conativa, cioè sul tentativo di convincere il destinatario della lettera, si ricollega a una delle componenti strutturali del genere elegiaco, cioè la sua natura di poesia di corteggiamento; allo stesso tempo, però, l accumulo degli argomenti è stato ricondotto dalla critica alla formazione retorica di Ovidio. Nelle scuole di eloquenza, infatti, ci si allenava a parlare in pubblico e a sostenere una tesi per mezzo di una serie di esercitazioni quali, in particolare, le suasoriae e le controversiae*. Nelle prime si chiedeva all aspirante oratore di convincere un personaggio immaginario (per esempio il protagonista di un mito) a fare o a non fare qualcosa: molte delle prime quindici Heroides possono essere interpretate, in effetti, come delle suasoriae in versi. Allo stesso modo, le epistole doppie sono state considerate da una parte della critica come una versione poetica delle controversiae, esercitazioni nelle quali si ideava un processo immaginario e l oratore doveva sostenere, a turno, le ragioni di tutte le parti coinvolte. Tuttavia, è indubbio che una visione di questo tipo sia per certi aspetti riduttiva e non renda giustizia agli alti valori poetici propri dell opera. L autoritratto dell eroina che scrive Momento culminante dell epistola è senz altro il finale (vv. 183196), nel quale Didone descrive sé stessa nell atto di scrivere, in lacrime, con in grembo la spada donatale dallo stesso Enea: l autorappresentazione dell eroina nel momento della stesura della lettera è un motivo ricorrente nelle Heroides, ma in questo caso si combina con il preannuncio del tragico esito della vicenda. Se altre eroine, infatti, nel momento in cui concludono le rispettive epistole, non sanno quali saranno gli sviluppi della storia (è il caso di Arianna T8), mentre altre ancora lasciano trasparire soltanto qualche vago accenno alle proprie intenzioni (come Medea T9), Didone ha già deciso e dichiara esplicitamente che cosa intenda fare a meno che, naturalmente, Enea non si convinca; ma il fatto che l epistola si chiuda con l autoepitaffio dell eroina lascia supporre che lei stessa non creda più di tanto alle proprie possibilità di successo. Proprio l immagine della spada tenuta in grembo, d altra parte, suggerisce che l esito naturale della sofferenza di Didone sarà la morte: il sangue che presto la bagnerà prosegue le lacrime che ora la stanno bagnando (vv. 185-186); allo stesso modo, la ferita che l eroina si infliggerà è una sorta di prosecuzione di quella d amore che le ha inflitto Enea con la decisione di abbandonarla. La morte di Didone, miniatura francese del XVI secolo. 491

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Età augustea