Tua vivit imago - volume 2

L INCONTRO CON L AUTORE LO STILE DI OVIDIO accumulo varietà figure retoriche coppie di opposti Il passo è un tipico esempio della tecnica compositiva ovidiana, che, se tende in generale a procedere per accumulo, a maggior ragione lo fa nel caso di un elenco, come quello in esame: un vero e proprio catalogo (che prosegue oltre la porzione di testo qui riportata) nel quale a ciascun tipo di possibile attrattiva femminile è accostata la ragione del fascino che essa esercita nei confronti del poeta (oppure, viceversa, ogni possibile mancanza di attrattiva è seguita dal motivo per il quale egli è comunque affascinato dalla donna in questione). L elenco è abilmente diversificato attraverso una serie di piccole variazioni (sive, vv. 11 e 13, che diventa si al v. 15, e poi di nuovo sive ai vv. 17-18; la formula est quae, v. 19, che riprende Non est quae del v. 9 e che è ripresa, a sua volta, da Est etiam quae al v. 21; la ripetizione del pronome haec nei due distici finali) che rendono ogni distico diverso dal precedente, a scongiurare il rischio di monotonia: il virtuosismo di Ovidio si esprime proprio nel tirare il gioco per le lunghe senza mai annoiare il lettore. Lo stile brillante che caratterizza il dettato ovidiano è perseguito tramite il ricorso a un ampia serie di figure retoriche, ripetizioni verbali, allusioni velatamente ironiche (come quella alla paradossale rusticitas della poesia di Callimaco) e frasi scopertamente scherzose (come quella sulle matrone che vogliono, ma dissimulano ). In questo passo ricorrono anche diverse allitterazioni, con una frequenza maggiore di quella che sarà propria dello stile della maturità. Il catalogo è poi strutturato, a ben vedere, secondo uno schema piuttosto definito, vale a dire per coppie di opposti: la ragazza modesta e la ragazza sfacciata (vv. 11-14), la ragazza colta e la ragazza ignorante (vv. 17-18), quella che elogia la poesia di Ovidio e quella che la critica (vv. 19-22), quella aggraziata e quella dura di modi (vv. 23-24), quella che canta e quella che suona la lira (vv. 25-28); ma anche questo schema viene, a sua volta, variato dall inserimento di una categoria di donne che non ha un contrario diretto, vale a dire la donna severa e scostante (vv. 15-16). I TEMI DI OVIDIO amore come lusus disimpegno ironia Dal punto di vista tematico, l elegia da cui il passo è tratto è emblematica della concezione leggera, disimpegnata, ludica e per certi versi volutamente superficiale dell amore che è propria di gran parte della prima fase della produzione poetica ovidiana (con la parziale eccezione delle Heroides): una concezione che ben si accorda, da un lato, con la personalità artistica di Ovidio e, dall altro, con il clima culturale dell epoca, rasserenato dalla fine delle guerre civili. Il distico immediatamente precedente l inizio del passo riportato recita: «Mi mancano le forze e il giudizio per darmi una condotta, / sono travolto come nave in acque agitate (vv. 7-8). La passione descritta in questa elegia è, in effetti, non meno travolgente di quelle che erano state proprie di Catullo, di Tibullo e di Properzio, con la differenza che quella di Ovidio non ha per oggetto una e una sola donna (Lesbia; Delia, poi Nèmesi; Cinzia), bensì, come si legge nella chiusa, tutte: «Insomma, quante sono ammirate in Roma da ogni parte, / tutte, tutte le vuole l ambizioso mio amore (vv. 47-48). Un rovesciamento così radicale dei presupposti di un genere letterario ne costituisce quasi uno svuotamento dall interno: al posto dei valori assoluti professati dai predecessori, troviamo qui soltanto una forma di divertimento apparentemente disimpegnato, ma che è in realtà, a ben vedere, espressione anch esso di una visione del mondo, al di sotto della superficie, non meno originale e profonda. 466

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Età augustea