T1 LAT ITA - Il poeta innamorato di... tutte

L INCONTRO CON L AUTORE OVIDIO T1 Il poeta innamorato di... tutte latino italiano tratto da Amores II, 4, 9-28 Nella quarta elegia del secondo libro degli Amores Ovidio si dichiara preda della passione amorosa per ogni tipo di donna, e ne propone un catalogo che occupa quasi per intero il componimento e di cui presentiamo qui la prima parte. Il rovesciamento dell elegia classica non potrebbe essere più radicale ed evidente: se quello di Tibullo e Properzio era un amore assoluto ed esclusivo, Ovidio si professa qui innamorato di tutte . Metro: distici elegiaci fo No n e st ce rta me o s | quae rma nv te t a mo re s: | cu r e go se mpe r a me m. ce ntu m su nt causae Non est certa meos quae forma invitet amores: 10 centum sunt causae, cur ego semper amem. Sive aliqua est oculos in humum deiecta modestos, uror, et insidiae sunt pudor ille meae; sive procax aliqua est, capior, quia rustica non est, spemque dat in molli mobilis esse toro. 15 Aspera si visa est rigidasque imitata Sabinas, velle, sed ex alto dissimulare puto. Non un tipo preciso di bellezza mi invita al desiderio, cento ragioni sempre fanno che mi innamori. Se una abbassa gli occhi modestamente a terra, io mi infiammo perché l insidia è fatta proprio di quel pudore, e se un altra è sfrontata l amo perché non è inesperta e spero che sappia come muoversi in un soffice letto, e quella che è scontrosa quasi imitando le austere Sabine penso che in fondo ne abbia voglia e che lo nasconda. 9-10. Non est amem Dopo l iniziale negazione, il concetto positivo è espresso in forma iperbolica (centum, semper) ed evidenziato dall allitterazione* (cen tum causae cur; all epoca di Ovidio centum era infatti pronunciato con il suono inziale k). Nota la collocazione in clausola dei due termini chiave (etimologicamente legati) amores e amem, e l insistenza sulla persona del poeta espressa dai pronomi e aggettivi personali (meos, ego). invitet: congiuntivo caratterizzante retto dall espressione Non est quae (lett. non vi è una bellezza stabilita che susciti ). forma: bellezza (cfr. l aggettivo formosus, bello , da cui l italiano formoso ). 11-18. Sive simplicitate tua Comin- 464 Audio LETTURA UN AMORE ANTICONVENZIONALE Se la tradizione elegiaca vuole che il poeta sia dedito esclusivamente a una sola donna, della quale si pone al completo servizio, Ovidio afferma invece, con ironia e leggerezza, che tutte le donne hanno un qualcosa che lo fa innamorare. Non c è un solo aspetto che lo attrae, ma centum sunt causae: così, finisce per elencare donne diversissime tra loro, che lui può amare allo stesso modo. L amore, nella sua elegia, non è più una passione esclusiva e assoluta, bensì un lusus disimpegnato. IRONIA Nei confronti del genere elegiaco Ovidio si pone con un atteggiamento ironico e, a tratti, dissacrante: pur aderendo alle caratteristiche formali del genere, egli adotta un tono leggero. I temi e gli argomenti affrontati dai precedenti poeti elegiaci con partecipazione e, talvolta, drammaticità sono qui inseriti in un contesto scherzoso e ironico. Il verbo uror, evocando l immagine metaforica del fuoco, esprime tutta l intensità della passione amorosa: il poeta brucia d amore e si consuma per una donna che lo rifiuta e lo tradisce con altri amanti. Ovidio, però, si infiamma per qualunque donna, e dunque il suo non è vero amore, perché la sua passione è accesa da qualsiasi qualità ella possieda. cia l elenco dei diversi tipi di ragazze, scandito, in questi primi distici, dalle congiunzioni sive (vv. 11, 13, 17, 18) e si (v. 15). oculos modestos: gli occhi modesti , accusativo di relazione. uror: passivo di uro, brucio ; esprime precisamente l idea di ardere d amore, di passione . insidiae meae: lett. quel pudore [della donna modesta] sono le mie insidie (cioè: è ciò che mi irretisce, che mi tende un agguato) . procax non est: anche se per motivi opposti rispetto alla ragazza modesta del distico precedente, tuttavia anche quella procax, sfrontata, spudorata , piace al poeta (capior, lett. sono preso , varia uror), perché non è rustica (lett. campagnola, rozza , ma qui forse più nel senso di ingenua ). La poesia degli Amores e dell Ars amatoria gioca spesso sulla contrapposizione tra la rusticitas, cioè l antica, rozza semplicità dei costumi campagnoli (da rus, campagna ), e il cultus, la raffinata eleganza delle donne moderne. spemque mobilis esse: lett. dà speranza di essere agile ; nota l allitterazione* molli mobilis, che associa i due attributi rispettivamente del giaciglio e della ragazza. molli toro: iperbato*. Sabinas: le donne sabine erano tradizionalmente considerate dei modelli di costumi rigidi e irreprensibili. velle puto: i due infiniti velle e dissimulare dipendono da puto, con soggetto (eam) sottinteso. Sive es simplicitate tua: l ultimo distico introdotto da sive varia l elenco con il

Tua vivit imago - volume 2
Tua vivit imago - volume 2
Età augustea