PLUS - Autobiografia o messa in scena?

L ET DI AUGUSTO Autobiografia o messa in scena? Quanto c è di realmente autobiografico in ciò che raccontano i poeti elegiaci? A lungo è parso naturale credere alla sincerità dei loro sentimenti e alla realtà biografica delle loro vicende sentimentali, ma negli ultimi decenni si è diffusa una corrente critica che ha proposto di scorgere negli uni come nelle altre degli elementi puramente convenzionali, da ricondurre esclusivamente al genere letterario e del tutto privi di qualsiasi aggancio alla vita reale dei singoli autori. «Per farsi un idea di ciò che fu il lirismo greco-romano , ha scritto per esempio lo storico Paul Veyne (n. 1930), «basta pensare non ai nostri poeti, ma ai nostri cantanti. Quando un cantante appare sulla scena di un music-hall e comincia a cantare languidamente: Il più bel tango del mondo è quello che ho danzato tra le tue braccia , sappiamo perfettamente che non parla di sé. Le canzoni si scrivono quasi sempre in prima persona, ma il loro Ego non è l interprete né il paroliere; il cantante non è un innamorato, ne recita una parte, la mima . Certamente non si può pensare che la poesia sia la trascrizione immediata di sentimenti ed esperienze personali, come un diario privato: l espressione letteraria è di per sé un filtro che, nel dare una veste altamente formalizzata a quelle esperienze e a quei sentimenti, di fatto li trasforma (anche) in qualcos altro. L io poetico , insomma, non è mai interamente sovrapponibile all io biografico del poeta. D altra parte, si potrebbe non senza ragione sostenere che, se anche, per assurdo, ogni singola affermazione dei poeti elegiaci fosse frutto di pura invenzione, cionondimeno essa rispecchierebbe una realtà umana condivisa o comunque, in linea di principio, condivisibile da chiunque: Delia e Cinzia, insomma, potranno anche non essere mai esistite come persone storiche, ma i sentimenti espressi e le situazioni descritte da Tibullo e Properzio sono reali, in quanto sperimentate e vissute da un infinità di uomini prima e dopo di loro. nello spazio compreso tra questi due estremi la poesia elegiaca, rispettivamente, come trascrizione autobiografica di eventi reali e come narrazione di eventi completamente inventati che andrà cercata, per quanto possibile, la risposta alla domanda iniziale. senz altro ragionevole pensare che molte cose possano essere frutto di fantasia, o comunque siano reim- 38 maginate e trasfigurate nel momento in cui divengono oggetto di creazione letteraria. Tibullo si presenta, per esempio, come un amante povero: per quanto il termine possa essere inteso in senso lato e/o relativo, è questo certamente un dato che non corrisponde a quanto sappiamo della sua biografia. D altra parte, che il poeta non sia rimasto davvero bloccato a Corfù per una malattia, o che la donna celata sotto lo pseudonimo di Nèmesi non avesse davvero una sorella morta prematuramente per una caduta da una finestra, appare difficile da credere: quale senso avrebbe mai potuto avere costruire una poesia che si presenta come autobiografica su eventi che qualsiasi lettore contemporaneo avrebbe immediatamente riconosciuto come non reali? Per non dire poi che Messalla, persona storicamente esistita e molto in vista, è inserito senza soluzione di continuità nello stesso contesto nel quale compare Delia (invitata a prendersi cura lei stessa dell illustre ospite nell elegia I, 5): davvero quest ultima potrà essere stata una figura di pura e totale invenzione? Non sapremo mai con certezza la risposta, ma è ragionevole ritenere che almeno un fondo di verità, in ciò che raccontavano i due grandi elegiaci, ci fosse senz altro. Charles Haslewood Shannon, Tibullo nella casa di Delia, 1905. Nottingham, Nottingham Castle Museum and Art Gallery.

Tua vivit imago - volume 2
Tua vivit imago - volume 2
Età augustea