Tua vivit imago - volume 2

PERCORSI TEMATICI DI TESTO IN TESTO La fuga dalla realtà, la ricerca di un luogo salvifico dove recuperare la centralità degli affetti e la speranza di un ritorno alla normalità, è alla base della settima egloga del classicista e poeta ungherese di origine ebraica Mikl s Radn ti (1909-1944), che, dopo essere stato rinchiuso per motivi politici e razziali in diversi campi di concentramento ungheresi e serbi, fu fucilato nel novembre del 1944 ad Abda (Ungheria). Quando, dopo alcuni anni, fu individuato il suo cadavere in una fossa comune, gli venne ritrovato addosso un quadernetto, che contiene delle poesie di marcata sensibilità virgiliana. Vedi, imbrunisce, e l atroce barriera di quercia col fregio di filo spinato sta così sospesa che nel buio si dilegua. Lo sguardo va lento oltre la cornice del campo, la mente, la mente soltanto conosce la tensione del filo. Vedi, cara, qui è così che si libera l immaginazione, il sogno, il bel liberatore, scioglie i nostri corpi sfatti, e allora il campo si avvia alla volta di casa. A brandelli e calvi, russando, volano i prigionieri dell alto della cieca Serbia verso il paesaggio di casa che si cela. Paesaggio di casa che si cela! Ma c è ancora una casa? Una bomba non l avrà colpita? come quando ci arruolammo? Lo stremato compagno di destra, quello a sinistra vedranno mai una casa? Dimmi, laggiù c è una casa dove ancora qualcuno intende l esametro? Senza strumenti, riga dopo riga, tastando, scrivo i miei versi nella penombra così come vivo, cieco come un bruco che striscia le sue dieci dita sulla carta, il quaderno, la torcia, tutto mi fu tolto dagli scherani del campo non arriva più neanche la posta, solo la nebbia scende sulle nostre baracche. Tra notizie allarmanti e cimici, qui nelle montagne convivono il francese e il polacco, l italiano chiassoso, l ebreo assorto, il serbo scismatico, febbricitanti e con i corpi piagati , nonostante tutto, vivono la stessa vita in attesa di una buona nuova, una bella parola di donna, un destino libero e umano, una fine irraggiungibile, aspettando il miracolo. (trad. E. Bruck) Alessandro Fo (n. 1955), latinista e poeta, a proposito della lirica di Radn ti ha scritto: «[ ] nel campo della prigionia assistiamo nuovamente al calare di una sera analoga a tanti crepuscoli bucolici: ma ciò che ora il Poeta è costretto a registrare si fa molto diverso. L egloga si fa epistola virtuale, lettera indirizzata laggiù, verso i luoghi di utopia . FINO A TE Sia la lirica sia l interpretazione di Fo sottolineano l importanza della parola capace di costruire utopie oltre le difficoltà esistenziali e la crudeltà della storia. Rifletti su questo tema in un breve testo di massimo 40 righe che contenga possibili risposte a queste domande: che cosa significa la parola utopia ? Quale ruolo ha avuto, nel passato, la poesia rispetto alla costruzione di utopie da opporre alla crudeltà o all ingiustizia del presente? Quale ruolo ha oggi? A quali strumenti affidiamo oggi la costruzione dell utopia? 358

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Età augustea