T23 ITA - La strenua inertia

L'ET DI AUGUSTO Laboratorio sul testo COMPRENSIONE 1. Quali sono gli incommoda ai quali Torquato deve sottostare, per cenare dall amico Orazio? Quali, invece, le blanditiae che dovrebbero convincerlo? 2. Quale potrebbe essere lo scopo dell elenco degli amici che Orazio ha intenzione di invitare a cena assieme a Torquato e l informazione che chiede all amico: Tu quotus esse velis rescribe (v. 30)? ! repetita iuvant L ACCUSATIVO DELL OGGETTO INTERNO Si definisce accusativo dell oggetto interno un complemento oggetto che consiste in un termine che ha la stessa radice del verbo o un significato a esso analogo (cenare [ ] holus omne, v. 2; in italiano, vivere una vita agiata , dormire sonni tranquilli ). Con l accusativo dell oggetto interno possono essere usati transitivamente anche verbi intransitivi (pugnam/proelium pugnare; cursum currere ecc.). Svolgi&Verifica Esercizi interattivi 1. Inquadra il QRcode: nelle frasi proposte individua gli accusativi dell oggetto interno e sottolinea i verbi che li reggono. ANALISI 3. Con quale aggettivo Orazio descrive il vassoio con cui verrà servita la cena? Qual è il suo valore etimologico e come si lega al pensiero oraziano? 4. Qual è il valore di tibi al v. 7? Puoi trovare un altra occorrenza simile? Che cosa sottolinea il suo uso? 5. Quali artifici retorici scandiscono l abbandono dei negotia (da tenere lontani dal banchetto) e l opportunità offerta dal giorno prescelto per la cena (vv. 8-11)? COMPETENZE ATTIVE Per confrontare Dopo aver letto attentamente il testo, leggi il carme 13 di Catullo, che invita a cena l amico Fabullo, e, in un breve intervento di tre minuti, sviluppa un confronto fra i due testi, individuando i motivi comuni e gli aspetti stilistici e di ambientazione che invece rendono diversi fra di loro i due componimenti. T23 La strenua inertia tratto da Epistole I, 11 italiano Le città greche dell Asia Minore, ricche di monumenti e di memorie storico-letterarie, rappresentavano un attrazione turistica per i Romani più abbienti. A questa classe agiata appartiene il Bullazio dell epistola I, 11, personaggio altrimenti ignoto, al quale Orazio chiede se, a suo avviso, quei luoghi esotici che ha visitato o sta ancora visitando (non sappiamo se Bullazio sia ancora in viaggio o si trovi, più verosimilmente, già a Roma) reggano il confronto con l Urbe. A questa sezione introduttiva segue uno sviluppo inatteso. Dapprima Orazio accosta ai nomi delle città più famose i nomi di località meno note e semideserte, dove dice di volersi trasferire; subito dopo egli sembra come riscuotersi, ricordando che la serenità d animo e la capacità di godere del presente non dipendono dalle località in cui ci si trova: gli uomini, tormentati da una «inerzia infaticabile (strenua inertia), si illudono di trovare la felicità viaggiando, ma non si rendono conto che cambiare sede significa soltanto mutare il cielo, non la disposizione d animo. 328

Tua vivit imago - volume 2
Tua vivit imago - volume 2
Età augustea