Le Epistole

L autore Orazio Le Epistole T22 Invito a cena per Torquato tratto da Epistole I, 5 latino L epistola è un invito a cena rivolto da Orazio all amico Torquato, personaggio di riguardo cui il poeta dedica anche l ode IV, 7, nella quale sono formulate severe riflessioni sulla fugacità della vita. In questa epistola Orazio prospetta all invitato non una cena prelibata, ma un pasto modesto, a base di verdure e di vino della zona di Minturno e Sinuessa; in compenso, però, gli promette una serata gioiosa e priva di preoccupazioni, un occasione propizia per mettere da parte gli assilli lavorativi: l indomani sarà, infatti, giorno festivo per il compleanno di Augusto e i commensali potranno continuare a bere e a conversare fino a tarda notte. S po te s A rch a c s | co nv va re cu mbe re le ct s Metro: esametri Si potes Archiacis conviva recumbere lectis nec modica cenare times holus omne patella, supremo te sole domi, Torquate, manebo. Vina bibes iterum Tauro diffusa palustris 5 inter Minturnas Sinuessanumque Petrinum. Si melius quid habes, arcesse, vel imperium fer. Iamdudum splendet focus et tibi munda supellex: mitte levis spes et certamina divitiarum et Moschi causam; cras nato Caesare festus 10 dat veniam somnumque dies: inpune licebit aestivam sermone benigno tendere noctem. 1-3. Si potes manebo Se, convitato, puoi sdraiarti sui divani di Archia e non disdegni di mangiare ogni tipo di verdura in una ciotola modesta, ti aspetterò a casa, Torquato, al tramonto . Archiacis: il personaggio da cui Orazio deriva questo aggettivo (Archia) sembrerebbe essere stato un artefice greco di letti, ma le nostre testimonianze in merito si limitano alle note dei commentatori di Orazio, per i quali si tratterebbe di letti piccoli e non adatti a un banchetto. holus omne: holus è singolare collettivo indicante genericamente le verdure (da holus, -e ris); qui è accusativo interno richiesto da cenare. patella: diminutivo di pat na o di pate ra, designa un piccolo vassoio, originariamente usato per i sacrifici e poi passato all uso privato in cucina. supremo sole domi: con l espressione supremo sole Orazio indica l ora dell invito (al tramonto), con il locativo domi fissa invece il luogo: la sua casa romana o, meno probabilmente, la villa sabina, dove Orazio si trasferiva a settembre (difficile pensare che Torquato, ! repetita iuvant p. 328 à impegnato a Roma, avesse il tempo di raggiungere l amico in Sabina). 4-6. Vina bibes fer Vina bibes diffusa: Berrai vini travasati (diffusa) al tempo del secondo consolato di Tauro (iterum Tauro) . Dopo aver anticipato a Torquato quale sarà il parco menu della serata (ho lus omne), Orazio precisa adesso che l ospite troverà con certezza un vino prodotto nel 26 a.C., anno in cui Tito Statilio Tauro, generale di Augusto, ottenne il consolato per la seconda volta (così si evince da iterum Tauro, ablativo assoluto che nel sottintendere, per ellissi*, consule, sembra riprodurre una formulazione abbreviata, tipica delle etichette dette notae o tituli apposte sui recipienti). Diffusa è tecnicismo per indicare il momento in cui il vino, già fermentato per un anno nel dolium ( botte ), veniva travasato nei cadi ( recipienti ). inter Minturnas Petrinum: Orazio circoscrive l area di provenienza del vino, tra Minturno, in un territorio palustre, e Petrino, corrispondente all attuale Mondragone, in prossimità di Sinuessa sulla via Appia (un area di confine, quindi, fra Campania e basso Lazio). Questa zona geografica coincide con il luogo in cui Manlio Torquato Imperioso (probabile antenato dell amico di Orazio) nel 340 a.C. aveva sconfitto i Latini: una coincidenza sulla quale Orazio sembra giocare per far sì che il suo vino, modesto e meno pregiato del Falerno o del Massico, risulti gradito all ospite, con la rievocazione di un episodio storico tanto importante per la sua famiglia. Si fer: costruisci: Si habes quid melius, arcesse, vel fer [meum] imperium. 7-11. Iamdudum tendere noctem divitiarum: è genitivo oggettivo richiesto da certamina; si riferisce ai guadagni a cui aspirano gli assistiti di Torquato, la cui attività di avvocato si evince dal riferimento al processo di Mosco (Moschi causam). Moschi: si tratta di Volcacio Mosco, retore di Pergamo, che nel 33 a.C. si trovava a Roma ed era stato accusato di veneficio; Torquato e Asinio Pollione ne avevano preso le difese, ma il retore fu ugualmente condannato all esilio a Marsiglia, dove poi morì. cras dies: domani il giorno festivo (festus dies) per la nascita di Cesare (nato Caesare, ablativo assoluto) concede licenza e sonno (veniam somnum que) . Orazio si riferisce al genetliaco di Augusto, che cadeva il 23 settembre ed era festa pubblica. aestivum nocte: si riferisce verosimilmente alla calura estiva di quella sera di settembre. 325

Tua vivit imago - volume 2
Tua vivit imago - volume 2
Età augustea