Tua vivit imago - volume 2

L ET DI AUGUSTO Analisi del testo Un monumento perenne Benché l ode abbia una struttura unitaria, all interno della quale è difficile distinguere, in modo netto, determinate sezioni, si può osservare che i vv. 1-5 sono dedicati al monumen tum che Orazio realizza con la sua opera letteraria; i vv. 6-14 vertono sull eternità della fama cui Orazio aspira con la sua opera; i vv. 14-16 costituiscono la chiusa dell ode, dedicata alla consacrazione di Orazio come poeta laureato. L incipit dell ode (Exegi monumentum aere peren nius) riecheggia una formula frequentemente apposta dagli artisti su oggetti e statue come marchio personale o sigillo d autore: monumentum apsolvi o hoc monumentum feci. La scelta di Orazio è originale, perché varia il più diffuso usus degli autori latini di indicare la propria identità o di meditare sull opera compiuta nelle chiuse dei propri scritti. Così, per esempio, nel finale delle Georgiche di Virgilio (IV, 563566), dove sono ricordate le Bucoliche; così anche alla fine del primo libro delle Elegie di Properzio (I, 22, 3-10) e nella chiusa delle Metamorfosi di Ovidio (XV, 871-879). Dai lirici corali a Ennio I modelli principali cui Orazio si ispira per formulare la sua orgogliosa dichia- 320 razione contenuta nei vv. 1-5 sono stati da tempo individuati nel fr. 531, 4-5 Page di Simònide, dedicato ai caduti delle Termopili («Tale sudario, né la fatiscenza / abbrunerà né chi tutto traveste, il tempo , trad. F.M. Pontani) e nei vv. 10-14 della Pitica 6 di Pindaro («che né pioggia invernale, / immite esercito invasore di nube tonante, / né il vento potranno mai sospingere / negli abissi del mare, sotto i colpi / di una congerie di melma e di sassi , trad. B. Gentili). Tuttavia, se Orazio ha tenuto effettivamente conto di entrambi i passi nella costruzione del motto incipitario dell ode (à p. 308), è opportuno osservare come li abbia anche superati, attribuendo immortalità non all oggetto del canto (come fanno i due poeti greci), ma al canto stesso, alla propria poesia. Ciò si evince anche dall elaborata costruzione stilistica dell ode. Infatti, «la vittoria della poesia sul tempo , scrive Alfonso Traina, «si celebra nel ritmo ascendente degli epiteti, tutti in fine di verso o di emistichio (edax), di cui la coppia omeoteleutica dei predicativi positivi (peren nius, altius) controbilancia la negatività degli attributi edax, impotens e innumerabilis, nel quale ultimo l iconicità dei significanti è ampliata dalla pausa ritmica e dalla spezzatura sintattica: un tempo che inghiotte tutto, tranne la fama del poeta .

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Età augustea