T18 LAT ITA - Aurea mediocrĭtas

L autore Orazio T18 Aurea mediocr tas tratto da Odi II, 10 latino italiano l ode in cui Orazio propugna l ideale della giusta misura, già aristotelico, con l uso di una formula diventata proverbiale (aurea mediocr tas), al pari di carpe diem. Il destinatario si chiama Licinio, identificabile con Lucio Licinio Murena, figlio del Murena che Cicerone difese nel 63 a.C. e console nel 23 a.C. Audio Di lui sappiamo che fu coinvolto nella congiura ordita da Fannio Cepione ai danni di AuguLETTURA sto e che morì durante un tentativo di fuga dopo il fallimento della congiura stessa. Non è necessario ricercare un forzato legame fra la dedica a Licinio e il tema sviluppato nell ode. Si può tuttavia ipotizzare che Licinio fosse un peripatetico (cioè un filosofo appartenente alla scuola aristotelica), e che per questo Orazio abbia deciso di rivolgere a lui un ode dedicata al tema della metriòtes (giusta misura). Metro: strofi saffiche Rectius vives, Lic ni, neque altum semper urgendo neque, dum procellas cautus horrescis, nimium premendo litus iniquum. 5 Auream quisquis mediocritatem dil git, tutus caret obsoleti sordibus tecti, caret invidenda sobrius aula. Saepius ventis agitatur ingens 10 pinus et celsae graviore casu dec dunt turres feriuntque summos fulgura montis. 1-4. Rectius vives iniquum Licinio potrà vivere in modo più conforme a saggezza evitando di sfidare l alto mare e di rasentare le coste insidiose. urgendo premendo: ablativi dei gerundi con valore ipotetico. 5-8. Auream sobrius aula quisquis: soggetto di dil git. caret caret: anafora*; da caret dipendono gli ablativi sordi Re ct u s v ve s, L c n , ne que a ltu m se mpe r u rge ndo , ne que , du m pro ce lla s tu cau s ho rre sc s, n m u m pre me ndo l tu s n quu m. Vivrai più saggiamente, Licinio, se non ti ostinerai sempre verso l alto, e non costeggerai troppo i lidi insidiosi, mentre, cauto, eviti con orrore le tempeste. Chiunque prediliga l ideale via di mezzo, si tiene al sicuro lontano dallo squallore di un tetto in rovina, e sobrio evita una reggia che susciti invidia. Più spesso l alto pino è agitato dai venti, le alte torri con più grave crollo cadono giù, e le folgori colpiscono i monti più alti. bus (da sordes, - um) e invidenda aula, in iperbato*. 9-12. Saepius ventis montis Costrui sci: Saepius ingens pinus agitatur ventis et celsae turres dec dunt graviore casu et fulgora feriunt summos montis (= mon tes). Nota l insistenza su aggettivi (ingens, celsae), comparativi (graviore, da gravis, -e) e superlativi (summos, da super) af- ferenti semanticamente alla sfera della hy`bris, cioè a quell atteggiamento umano insolente e arrogante volto al superamento di certi limiti, già deprecato dai Greci e considerato meritevole della punizione divina. 313

Tua vivit imago - volume 2
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Età augustea