T14 LAT - La fugacità della bellezza

L ET DI AUGUSTO T14 La fugacità della bellezza tratto da Odi I, 25 latino Destinataria dell ode è una donna dal nome greco, Lidia, probabilmente una meretrice, in passato amante di Orazio. La sua bellezza inizia a sfiorire e il poeta, cogliendo nel suo aspetto fisico i primi segni di decadimento, le rivolge una «canzone a dispetto (G. Pasquali): se da giovane Lidia poteva confidare nel potere della sua attrazione e prendersi facilmente gioco degli amanti che la corteggiavano, ivi compreso Orazio, adesso sarà lei a implorare le attenzioni degli uomini, che, certamente disinteressati alle avances di una vecchia donna, si rifiuteranno di entrare in casa sua. Pa rc u s iu ncta s qua t u nt fe ne stra s ct bu s cre br s iu ve ne s pro te rv , ne c t b so mno s a d mu nt a ma tque ia nu a l me n Metro: strofi saffiche Parcius iunctas quatiunt fenestras iactibus crebris iuvenes protervi nec tibi somnos ad munt amatque ianua limen, Audio LETTURA 5 quae prius multum facilis movebat cardines. Audis minus et minus iam: «Me tuo longas pereunte noctes, Lydia, dormis? . In vicem moechos anus arrogantis 10 flebis in solo levis angiportu, Thracio bacchante magis sub inter lunia vento, 1-6. Parcius cardines Parcius pro tervi: costruisci: Parcius iuvenes protervi quatiunt iunctas fenestras iactibus cre bris. I due versi iniziali evocano il quadro di una scena notturna, popolata da giovani insolenti riuniti in comitiva (usanza detta in greco kòmos, in latino comissatio) che scorrazzano per le strade dei quartieri popolari, intenti a lanciare sassi contro le finestre delle case delle meretrici, per esortarle ad aprire. nec limen: né [i giovani] ti tolgono il sonno, e la porta (ianua) rimane congiunta alla soglia (li men) . Il fissaggio della porta alla soglia è qui descritto come un abbraccio, poiché l anta della porta era fissata a un cardine incastrato nella soglia. Tale personificazione è sottolineata dall uso del verbo amo (amat), evidentemente sarcastico: mentre le parti costitutive della casa si amano fra 300 di loro, Lidia non è più riamata dai suoi corteggiatori. quae cardines: [la porta] che prima assai spesso muoveva i facili cardini . Ricorrendo alla figura retorica della personificazione allegorica, Orazio attribuisce alla porta di casa una caratteristica, in realtà, della padrona che vi abita, cioè la facilità con cui concedeva l ingresso agli amanti. Facilis si può concordare sia con cardines (come nella traduzione qui proposta), se inteso come accusativo plurale in -is, sia con il sottinteso ianua, se lo si intende come nominativo singolare ( [la porta], che, disponibile, prima assai spesso muoveva i cardini oppure [la porta], che, con facilità, prima assai spesso muoveva i cardini ). 6-8. Audis Lydia, dormis? Me tuo dormis: è la scena tipica del paraklau sìthyron*, cioè del canto davanti alla por- ta chiusa dell amato o dell amata: da un lato c è il giovane che implora di entrare in casa (l exclusus amator, cioè il giovane messo alla porta ), dall altro la donna che dorme in casa e rimane indifferente allo struggimento del suo corteggiatore. Ma questa scena, ora che Lidia è invecchiata e la sua bellezza sfiorita, appartiene ormai al passato (prius) e le parole dello spasimante che insiste per entrare le sente minus et minus. 9-16. In vicem questu In vicem an giportu: a tua volta, vecchia insignificante (anus levis), rimpiangerai gli innamorati arroganti (moechos arrogantis) in [qualche] vicolo desolato (in solo... angiportu) . Se da giovane Lidia ha avuto una casa dove ricevere gli amanti, da vecchia preconizza il poeta non avrà dove stare, se non negli squallidi vicoli in cui sostavano le

Tua vivit imago - volume 2
Tua vivit imago - volume 2
Età augustea