T12 LAT ITA - Un simposio d’inverno

L ET DI AUGUSTO T12 Un simposio d inverno tratto da Odi I, 9 latino italiano L ode, tra le più celebri di Orazio, inizia con la descrizione di un suggestivo paesaggio invernale, caratterizzato dalla rigida fissità del gelo e dominato dalla vista del monte Soratte innevato. Il poeta si rivolge quindi a Taliarco, un amico dal nome evocativamente grecizzante ( re del banchetto ), invitandolo a sciogliere ogni preoccupazione nel calore del focolare domestico e nel vino, da mescere senza risparmio, lasciando che si curino del domani gli dèi, che hanno potere su tutto. L esortazione del poeta a godere del presente e a cogliere le gioie dell amore e della giovinezza è chiusa dalla graziosa scena cittadina di un appuntamento furtivo tra un innamorato e la sua ragazza, che si nasconde ma, lasciandosi scappare una risata, svela il suo nascondiglio all amante. Metro: strofi alcaiche Vides ut alta stet nive candidum Soracte nec iam sustineant onus silvae laborantes geluque flumina constite rint acuto. 5 Dissolve frigus ligna super foco large repo nens atque benignius depro me quadr mum Sabina, o Thaliarche, merum dio ta. Permitte divis cetera, qui simul strave re ventos aequore fervido deproeliantis, nec cupressi nec veteres agitantur orni. 10 1-4. Vides ut acuto Vides: rientra nello stile di Orazio lirico l avvio di un ode con una retorica allocuzione a un destinatario immaginario, invitato a osservare qualcosa che poi sarà illustrato nel dettaglio dal poeta stesso (nella fattispecie, il maestoso Soratte innevato, monte situato a circa quaranta chilometri da Roma). Costruisci: Vides ut Soracte stet candidum alta nive. laborantes: sembra conferire alle silvae contorni umani: le foreste reggono a fatica il peso della neve. 294 V de s u t a lta ste t n ve ca nd du m So ra cte ne c ia m su st ne a nt o nu s la bo s lvae ra nte s ge lu que flu m na co nst te r nt a cu to . Vedi come si erge, imbiancato d alta neve, il Soratte, e come le foreste, affaticate, non reggono più il peso e i fiumi si sono arrestati nella morsa del pungente gelo. Dissolvi il freddo riponendo legna sul focolare in abbondanza, e senza risparmio versa dall anfora sabina a doppia ansa, o Taliarco, vino di quattro anni. Lascia il resto agli dèi, che, non appena hanno abbattuto i venti che sconvolgono il mare in tempesta, i cipressi e i vecchi frassini cessano di ondeggiare. 5-8. Dissolve merum dio ta qua dr mum: designa il vino invecchiato di quattro anni, mentre merum, al verso successivo, è il vino puro, non ancora mescolato all acqua. Sabina: è aggettivo concordato, per ipallage*, con l ablativo dio ta (hapax* di origine greca indicante un recipiente a due anse, letteralmente a due orecchie ), dipendente a sua volta da depro me (lett. trai fuori, cava da ), ma è concettualmente riferibile anche a merum ( vino sabino ). Thaliarche: con questo vocativo Orazio si riferisce a un suo amico o semplicemente al servo che mesce il vino ai convitati (in greco thalìa significa festa , banchetto , mentre thàllo vuol dire fiorisco ). 9-12. Permitte orni strave re: forma arcaica e poetica della terza persona plurale del perfetto strave runt (da sterno). deproeliantis: equivale a deproeliantes, participio presente con desinenza dell accusativo plurale in -is, dal deponente disusato deproelior. Si riferisce a ventos.

Tua vivit imago - volume 2
Tua vivit imago - volume 2
Età augustea