Tua vivit imago - volume 2

L ET DI AUGUSTO 55 60 65 70 75 80 è ovvio, vivi a stretto contatto con gli dèi ,14 ebbene, hai sentito qualcosa a proposito dei Daci? .15 «Io? niente . «Va là, hai sempre voglia di prendere in giro! . «Mi venga un colpo dagli dèi, se mento . «Ascolta, i terreni promessi ai veterani, Ottaviano li darà in Sicilia piuttosto che in Italia? .16 Giuro di non saperne nulla: stupefatti, mi guardano come un fenomeno più unico che raro, capace di profondo, ammirevole riserbo. E in questo assedio si disperde la giornata. Me ne cruccio, e sospiro: Quando ti vedrò, campagna mia, quando mi potrò permettere ora sui libri degli antichi, ora nel sonno e nel riposo d assaporare il dolce oblio della vita affannata? Quando occhieggeranno sulla tavola le fave parenti di Pitagora17 e tanti altri ortaggi riccamente conditi di lardo bello grasso? Ah che notti, che divine cene, quelle in cui mangio con i miei di fronte al simulacro del mio Lare, sfamando gli schiavi nati in casa (che sfacciati!) con vivande appena delibate! Ogni commensale, libero da leggi dissennate,18 beve da calici più o meno pieni, obbedendo solamente al suo piacere: c è chi, gagliardo bevitore, regge il vino puro, e chi, annacquando, si limita a bagnarsi il becco. Ed è allora che zampilla il nostro conversare: non su ville e su palazzi altrui, non su Lèpore19 (se balla male o no). Ciò che discutiamo è qualcosa che ci tocca più da presso, e che sarebbe deprecabile ignorare: sono le ricchezze o la virtù a rendere gli uomini felici? che cosa promuove le amicizie: l interesse o un principio morale? qual è la natura del bene, e quale la sua massima espressione? Fra un discorso e l altro, il mio vicino Cervio prende spunto per narrare le vivaci favolette della nonna. Sentendo esaltare la ricchezza di Arellio20 da chi ne ignora le inquietudini, comincia: «Si racconta che una volta un topo di campagna accolse nella sua modesta tana un topo di città: un antico legame d ospitalità li univa, e d amicizia. Era, il campagnolo, ruvido e attaccato ai suoi risparmi: ma sapeva dilatare l animo un po angusto all accoglienza. In breve, attinse 14. gli dèi: i personaggi influenti della cerchia di Ottaviano. 15. Daci: bellicosi abitanti dell area danubiana, nell odierna Romania. Dopo la battaglia di Azio (31 a.C.) minacciavano di invadere l Italia, come alleati di Marco Antonio. 16. i terreni in Italia: sono i terreni distribuiti da Ottaviano ai veterani come ricompense dopo la vittoria su Antonio ad Azio. 284 17. le fave parenti di Pitagora: riferendosi al poco chiaro divieto di mangiare fave imposto da Pitagora ai suoi discepoli, Orazio fa qui della pungente ironia nei confronti della dottrina pitagorica della metempsicosi, immaginando che nelle fave si siano reincarnate le anime dei parenti del filosofo. 18. leggi dissennate: la cena offerta da Orazio non è vincolata dalle regole che generalmente imponeva il rex convivii, cioè il simposiarca, il quale stabiliva la quantità di vino spettante a ciascun commensale e la misura in cui il vino doveva essere tagliato con acqua. 19. Lèpore: soprannome di un celebre mimo del tempo (da lèpos, grazia, leggiadria ). 20. Cervio Arellio: due vicini di casa di Orazio, possidenti di Mandela o della zona.

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Età augustea