T9 ITA - Campagna e città: due modelli di vita a confronto

L ET DI AUGUSTO T9 Campagna e città: due modelli di vita a confronto tratto da Satire II, 6 italiano La villa sabina che Orazio ha ricevuto in dono da Mecenate è il rifugio perfetto per tenere lontani i fastidi della città. A Roma, infatti, il poeta è visto come una persona influente, in quanto amico di Mecenate, e tutti lo tormentano sperando di ottenerne favori o indiscrezioni sui piani politici di Augusto. In campagna, invece, Orazio può rifuggire da questo vacuo turbinìo di futilità e può dedicarsi serenamente alla riflessione su temi filosofici importanti, in compagnia di amici e servi. La morale ricavabile da questa antitesi fra la vita cittadina e la vita campestre è esemplificata da uno dei vicini di Orazio, Cervio, con la favola del topo di città e del topo di campagna. 5 10 15 20 Sì, era questo che desideravo: un pezzo di terra non troppo grande, con un orto e, non lontano dalla casa, una sorgente d acqua perenne; magari anche qualche albero: un boschetto.1 M hanno dato, gli dèi, di più e di meglio. Splendido. Cos altro ormai ti chiederò, figlio di Maia?2 Solo che tu renda questo dono pienamente mio. Se è vero che non ho accresciuto il patrimonio con illecite manovre (e nemmeno intendo assottigliarlo con dissipazioni o col disinteresse), se è vero che non t ho rivolto mai suppliche stolte, del tipo: «Oh se potessi annettermi quel tratto confinante che sciupa l armonia del campicello! Oh se mai scoprissi, per un caso fortunato, uno scrigno pieno di denaro: come quel bracciante che trovò un tesoro, e grazie all amicizia d Ercole divenne tanto ricco da poter comprare, e arare come cosa sua, lo stesso campo! ;3 se è vero che mi basta e piace quanto possiedo, ascoltami: al padrone ingrasserai il bestiame e tutto il resto, ma non l intelligenza; e poi, come sempre, resta accanto a me, mio supremo protettore. E dunque, ora che mi sono trasferito qui, nel mio rifugio collinare, via dalla città, quale argomento affronterò per primo, nei miei versi satirici simili alla prosa? cessato il tormento dei mille affannosi maneggi, del greve scirocco, dell autunno pernicioso, ricco di decessi prematuri e funerali.4 Padre del mattino, o Giano5 se così preferisci che t invochi , 1. un pezzo di terra un boschetto: Orazio descrive la villa in Sabina regalatagli da Mecenate nel 33 a.C., presso la valle del fiume Digenza. Nonostante Orazio tenda a sminuirne le caratteristiche, nell epistola I, 16 egli la presenta come un fundus, cioè come una vera e propria proprietà agricola (vv. 5-15), ricca di varie colture (vv. 2-3). 2. figlio di Maia: Mercurio, dio del commercio e protettore dei poeti, figlio di Zeus e della ninfa Maia. Orazio gli era devoto perché gli attribuiva il merito di averlo tratto in salvo nella battaglia di Filippi (ode II, 7). 282 3. Oh se mai scoprissi campo!: è il motivo del ritrovamento di un tesoro, assai diffuso nella tradizione popolare antica. L episodio leggendario che qui Orazio ricorda, riferito anche dal commentatore Porfirione, è quello di un bracciante che ottenne da Ercole dio generalmente invocato per avere successo e ricchezza le indicazioni per trovare un tesoro, grazie al quale poté poi acquistare il campo in cui lavorava (epilogo ironico, giacché la fortunosa scoperta non mutò lo status del bracciante, condannato comunque a lavorare con fatica la stessa terra). 4. ricco di decessi prematuri e funerali: nel testo latino si legge Libitinae quaestus acerbae: un riferimento a Libitina, dea di origini etrusche preposta ai funerali, con cui Orazio allude all aumento delle epidemie e delle morti premature durante la stagione autunnale. 5. Giano: dio degli inizi (da cui la denominazione di «Padre del mattino nel testo): è lui a svegliare Orazio dandogli indicazioni su come affrontare la giornata (con una parodia di analoghe scene epiche, in cui un dio dà istruzioni a un eroe).

Tua vivit imago - volume 2
Tua vivit imago - volume 2
Età augustea