Tua vivit imago - volume 2

L ET DI AUGUSTO 15 20 25 manaret talos. «O te, Bolane, cere bri felicem! aiebam tacitus, cum quidlibet ille garriret, vicos, urbem laudaret. Ut illi nil respondebam: «Mise re cupis inquit «abire: iamdu dum video; sed nil agis: usque tenebo; perse quar. Hinc quo nunc iter est tibi? . «Nil opus est te circuma gi: quendam volo visere non tibi notum; trans Tiberim longe cubat is prope Caesaris hortos . «Nil habeo quod agam, et non sum piger: usque sequar te . Demitto auriculas, ut iniquae mentis asellus, cum gravius dorso sub it onus. Incipit ille: «Si bene me novi, non Viscum pluris amicum, non Varium facies: nam quis me scribere pluris aut citius possit versus? Quis membra move re mollius? Invideat quod et Hermogenes, ego canto . fino alle calcagna. «Beato te, Bolano, spirito bollente! rimuginavo a bocca chiusa. E l altro, garrulo, ciarlava, proclamava il suo entusiasmo per le strade, la città. Io non replicavo. «Ma tu sogghigna, «tu non vedi l ora di piantarmi in asso. Da un pezzo l ho notato. Niente da fare: ti terrò ben stretto, restandoti alle costole. Dove sei diretto, adesso? . «Giri inutili per te: vado a trovare una persona che certo non conosci. a letto. Sta di là dal Tevere, lontano, dalle parti dei giardini di Cesare . «Non ho nessun impegno, e non sono affatto pigro: t accompagno . Mi si abbassano le orecchie, come a un somarello rassegnato suo malgrado quando sul dorso gli grava una soma più pesante. Quello ricomincia: «Mi conosco bene: la mia amicizia ti sarà preziosa almeno quanto quella con Visco e Vario. Ti sfido a trovare chi sappia scrivere più versi, e più velocemente; chi danzi con maggiore grazia. Se udisse il mio canto, perfino Ermogene m invidierebbe . O te felicem!: Bolano è personaggio ignoto, ma forse celebre, all epoca, per le sue irose ed energiche reazioni; l accusativo felicem è richiesto dalla particella vocativa o, mentre cere bri è un genitivo di relazione o limitazione (letteralmente beato per il tuo cervello , qui nel senso metaforico di irascibilità ), il cui uso è comune in unione ad alcuni aggettivi e in frasi esclamative. 13-18. Ut illi hortos Ut: ha qui valore causale. nil: forma contratta di nihil. per se quar: il prefisso per- sottolinea la continuità dell azione molesta del seccatore. circuma gi: il verbo circuma go ( portare intorno, lontano ) appartiene alla lingua d uso; qui è usato all infinito passivo e di- 276 pende dal costrutto impersonale opus est. trans hortos: i Giardini cui il poeta fa riferimento erano stati lasciati da Cesare in eredità al popolo romano e si trovavano ai piedi del Gianicolo, cioè oltre il Tevere (trans Tiberim) per chi, come il poeta e il suo interlocutore, veniva dalla via Sacra e dal Foro. 19-25. Nil habeo canto auriculas asellus: diminutivi rispettivamente di auris e asinus, propri della lingua parlata come anche l espressione demitto auriculas. sub it: la sillaba finale (- t) di norma breve conserva qui l originaria quantità lunga, secondo un uso arcaico attestato per esempio in Plauto. Si facies: i personaggi menzionati da Orazio sono celebri membri della cerchia di Mecenate: Vario Rufo, autore di una tragedia dal titolo Thyestes, andata in scena nel 29 a.C., e Visco, uno dei figli del cavaliere Vibio Visco, menzionato insieme al fratello nella satira I, 10. nam ego canto: il seccatore attribuisce valore ad attività che Orazio considera sconvenienti: lo scrivere tanti versi (pluris) e velocemente (citius), il danzare (membra move re mollius) e cantare meglio persino di Ermogene Tigellio, cantore allora di moda. Il v. 25 può essere reso, letteralmente, canto cose che anche Ermogene potrebbe invidiare , dove quod invideat è proposizione relativa con valore consecutivo. 26-34. Interpellandi aetas quis: equivale a quibus. composui: indica propria-

Tua vivit imago - volume 2
Tua vivit imago - volume 2
Età augustea