Tua vivit imago - volume 2

L autore Orazio Fino alle dieci mi crogiolo nel letto. Poi vado a spasso. Oppure leggo o scrivo in silenzio quel che mi pare e piace. Quindi mi ungo: con olio 28 d oliva, non con quello che il sudicio Natta ruba alle lucerne. 125 Nel momento in cui il sole, più rovente, e la stanchezza consigliano 29 d andare a lavarsi, volto le spalle al Campo e al lancio della palla. Dopo una frugale colazione (quanto basta per non dover passare a pancia vuota il pomeriggio), mi riposo in casa. Questa è la giornata di chi non soggiace all ambizione, al suo terribile rovello. 130 Ed è così che mi rincuoro, pensando che, se avessi avuto nonno, padre e zio questori, non sarebbe altrettanto piacevole la vita. (trad. M. Beck) 28. Natta: personaggio di cui nulla sappiamo, se non quanto si ricava dalle parole di Orazio: spilorcio e lurido, usava l olio delle lucerne per ungersi. 29. lancio della palla: il gioco era detto trigon ( gioco della palla a tre ): nel Cam- po Marzio, in riva al Tevere, tre giocatori si disponevano ai vertici di un ideale triangolo, lanciandosi la palla. Analisi del testo Elogio della nobiltà di spirito Il riferimento a Mecenate nell incipit della satira (vv. 1-2) ricorda l esordio della satira I, 1 («Come spieghi, Mecenate, il fatto che nessuno sa vivere / contento il suo destino ? , trad. M. Beck) e assegna al testo la funzione di proemio al mezzo , cioè di una satira che divide il libro in due parti. Le figure dominanti sono Mecenate, Orazio e il padre del poeta, mentre il motivo tematico principale è la difesa della nobiltà di spirito contro la nobiltà di sangue. La scelta di affrontare un argomento così complesso deriva dalla consapevolezza di Orazio di aver attirato su di sé critiche e sospetti di non poco conto: dopo aver militato tra le file dei cesaricidi, egli beneficia della clemenza dei vincitori, entrando persino nelle grazie di Mecenate. Con la satira I, 6 il poeta intende arginare le accuse di arrivismo, sottolineando che la sua aspirazione è quella di essere apprezzato per le sue qualità artistiche e di stare al proprio posto , senza ambire a cariche politiche e onori. Il tema, affrontato da Orazio da un punto di vista puramente morale, ha un particolare rilievo politico nel I secolo a.C., periodo caratterizzato dal riaccendersi di aspre ostilità fra la nobiltà senatoria, depositaria di consolidati e tradizionali privilegi, e gli ho mines novi, membri di una classe emergente, che aspirano a farsi strada fra gli strati più alti della società. In questo clima di tensioni e ambizioni, volte a intaccare i privilegi della nobilitas, Mecenate appare a Orazio come un modello ideale. Da qui l emozione che egli prova quando lo incontra: balbetta qualche parola (vv. 56-57), cadendo in uno stato di afasia che egli attribuisce a un sentimento di soggezione. Superato questo disorientamento iniziale, Orazio adotta la strategia giusta per conquistare Mecenate: parlare di sé in modo sincero (v. 60). Poche parole, alle quali Mecenate risponderà altrettanto succintamente (vv. 60-61), ma non per liquidare Orazio, bensì perché questo è il suo stile (v. 60), quando deve selezionare con cura i suoi amici: studiarli, vagliarne la sincerità e accoglierli, dopo prolungate valutazioni, nella propria cerchia (vv. 61-62). In opposizione a questo ritratto positivo di un uomo d illustri natali, aperto alla frequentazione di amici sinceri e virtuosi, anche se di rango più basso, Orazio propone un profilo a rovescio di un uomo apparentemente nobile come Mecenate, ma che ha dimostrato di condurre uno stile di vita talmente turpe da rendersi indegno di alte cariche: Levino che Orazio presenta solennemente nei vv. 12-17 quale discendente del grande Valerio Publicola, responsabile della cacciata dei Tarquini è repentinamente caratterizzato in chiave negativa con il ricordo del popolo, normalmente inebetito e stupidamente folgorato di fronte ai tituli e alle imagines delle nobili famiglie, che lo ha giudicato indegno di proseguire il cursus hono rum, mettendolo all asta per un soldo (vv. 13-14). 273

Tua vivit imago - volume 2
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Età augustea