Tua vivit imago - volume 2

L autore Orazio 70 75 80 85 90 95 Bene, non per questo era scaduto il diritto su di lui della padrona. E infine: come mai era fuggito,29 pur potendogli bastare una libbra di farro per tirare avanti, lui così minuto e rinsecchito? Quella sera, la cena si protrasse in un clima di autentica allegria. Di lì, direttamente ci spostammo a Benevento,30 dove uno zelante albergatore corse il rischio di bruciare insieme ai magri tordi che arrostiva con lo spiedo: il fuoco s era propagato per la vecchia cucina, e le fiamme in un attimo s alzarono a lambire quasi il tetto. Che spettacolo, vedere gli avventori affamati e i servi intimoriti mettere in salvo la cena a precipizio, e tutti affannarsi a spegnere l incendio! Ma ormai, di lì in avanti, la Puglia comincia a rivelarmi i ben noti profili dei suoi monti, che il vento di scirocco inaridisce; mai li avremmo valicati senza la sosta dentro una locanda nei pressi di Trevìco,31 satura di fumo da far piangere, per colpa d un camino nel quale ardeva legna con le foglie. Qui commetto un incredibile sciocchezza: resto ad aspettare sino a notte fonda una ragazza menzognera; cedo al sonno in preda a una tensione erotica che sfocia in sonni conturbanti; risultato: mentre dormo supino, inondo la camicia da notte e il ventre. Ancora ventiquattro miglia di carrozza lanciata al gran galoppo prima di fermarci in quella cittadina il cui nome si ribella all esametro32 ma ch è facile additare per accenni: l acqua, l elemento più gratuito, vi è venduta; per converso, il pane è il più squisito che ci sia; tanto che il viandante accorto, proseguendo, se ne carica le spalle: a Canosa (la località fondata anticamente da Diomede, il forte eroe)33 è duro come pietra e non certo più abbondante è l acqua. Qui Vario si separa dagli amici; triste lui, commossi loro. A Ruvo34 arriviamo stanchi morti, distrutti da una tappa non soltanto lunga, ma resa ancor più faticosa dalla pioggia. Migliora l indomani il tempo, peggiora ulteriormente la strada sino a Bari pescosa e alle sue mura. Materia di scherzi e di risate ci propose quindi Egnazia, costruita suscitando l ira delle ninfe:35 29. come mai era fuggito: Sarmento aveva forse ottenuto la libertà dalla schiavitù con la fuga, non in modo regolare. 30. Benevento: colonia romana in Irpinia; il nome originario era Maleventum (dovuto all insalubrità dell aria), poi mutato in Be neventum dopo che i Romani vi sconfissero Pirro, re dell Epiro (275 a.C.). 31. Trevìco: località in territorio avellinese, in cima a un altura. 32. quella cittadina esametro: difficile l identificazione di questa località, il cui nome non entra nell esametro; si tratta forse di Aequum Tuticum o Asculum Apu lum (Ascoli Satriano). 33. Canosa il forte eroe: Orazio si riferisce alla leggenda secondo cui l eroe omerico Diomede, di ritorno da Troia ad Argo, sarebbe stato cacciato dalla sua città perché tradito dalla moglie Egìale; dopo avere peregrinato a lungo, sarebbe approdato in Italia, trovando rifugio in Apulia presso il re Dauno: sposata la figlia di quest ultimo, Enippe, avrebbe poi esteso il suo dominio in tutta la Daunia e in altre zone, fondando varie città, tra cui Canosa. 34. Ruvo: località nel territorio dei Peucezi, antico popolo italico, di origine illirica, che in età preromana si era stanziato nella parte centrale della Puglia. 35. Egnazia ira delle ninfe: sulla costa adriatica fra Bari e Brindisi. Gli abitanti di Egnazia sono ritenuti pazzi da Orazio, il quale ne descrive la demenza con questo singolare riferimento alle ninfe, forse spiegabile con l antica credenza che chi avesse girovagato per un bosco e avesse incontrato una ninfa sarebbe impazzito. 267

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Età augustea