Tua vivit imago - volume 2

L autore Orazio Analisi del testo Un epòdo elegiaco? Alcuni critici del passato (F. Leo, R. Reitzenstein) hanno letto l epòdo 15 come un testo dai toni autentici, cogliendovi l espressione sincera del dolore del poeta per l amore tradito da Neèra. Si tratterebbe, quindi, di un testo sostanzialmente elegiaco, connotato soltanto in clausola da una più aspra notazione di sapore giambico (ast ego vicissim risero, v. 24). Tuttavia oggi si tende, con più prudenza, a non prendere sul serio la relazione fra Orazio e Neèra: è più verisimile, infatti, che il poeta attenendosi alla consolidata tradizione poetica del motivo dello spergiuro degli amanti (per cui vedi, per esempio, Esiodo fr. 124 Merkelbach-West e Callimaco, Epigrammi 25 Pfeiffer) abbia qui costruito un gioco puramente letterario, vestendo egli stesso i panni dell innamorato e facendo pronunciare a una figura femminile fittizia un fallace giuramento d amore. evidente, peraltro, quanto poco credibile sia il dolore di Orazio per il tradimento di Neèra, non soltanto perché la donna è una volubile cortigiana e per ciò stesso il suo giuramento è inaffidabile, a differenza, per esempio, della Neobule del fr. 173 West2, il cui giuramento tradito aveva giustamente suscitato l ira di Archiloco in quanto fondato su un vero e proprio patto di alleanza con il padre di lei, Licambe; ma anche perché hanno ben poco di elegiaco alcuni elementi del testo, quali la minaccia di Orazio di rimpiazzare Neèra con un altra persona (v. 14), diversamente dalla promessa di amore eterno propria della tradizione elegiaca, e l assoluto anonimato del rivale (quicumque es, v. 17). Infine, non è di minore importanza il fatto che Orazio lasci intendere, quasi apertamente, come il giuramento della donna si sia prospettato fin da principio ingannevole: tanto laesura al v. 3, quanto risero al v. 24 futuro anteriore che esprime sì un azione momentanea (e quindi la reazione di Orazio al tradimento che Neèa compie nel presente), ma che indica anche un azione anteriore rispetto a quelle descritte dai futuri semplici dei versi precedenti (non feret, v. 13; quaeret, v. 14; nec cedet, v. 15; maerebis, v. 23) sottolineano la prevedibilità dell inganno di Neèra e quindi la natura fittizia dello scatto d ira di Orazio, interpretabile come un giocoso aprosdòketon*. Un lusus retoricamente elaborato La forte connotazione dell epòdo come dotto lusus ( divertimento ) letterario si evince da molti elementi retorici e stilistici. Anzitutto studiata appare la costruzione complessiva del componimento, che ruota intorno a tre sezioni ben distinte: i vv. 1-10 dedicati al giuramento d amore, i vv. 11-16 alla rottura del rapporto con Neèra, i vv. 17-24 alla profezia della sorte che si abbatterà sul rivale di Orazio. La prima si caratterizza per la serrata successione di ady`nata*; quella centrale per il concitato ritmo sintattico con cui si succedono versi ben separati l uno dall altro, privi di enjambement* e nel complesso delimitati quasi in Ringkomposition* da o dolitura (v. 11) e dolor (v. 16); la terza per la descrizione, in forma di elenco, delle virtù del nuovo amante di Neèra. In secondo luogo la cura formale del testo si intreccia con la rielaborazione di motivi tematici diffusi nella tradizione greco-romana. Per esempio, il v. 1 nox erat et caelo fulgebat Luna sereno presenta un ordine delle parole funzionale a mettere in rilievo l antitesi fra la notte e il giorno, con caelo posto in cesura e in iperbato rispetto a sereno; così anche magno rum numen deorum (v. 3), espressione connotata dall insistita ripetizione della u e delle nasali, oltre che dall omeoptoto* davanti a cesura e in clausola (magnorum deorum), rinvia a Ennio, Annales 201 Vahlen2 (= 190 Skutsch volentibus cum magnis dis); e ancora la iunctura allitterante artius adstringitur (v. 5) paragona negativamente l abbraccio di Neèra a quello parassitario di un edera, ricollegandosi a un frammento del mimografo Laberio (prima metà del I secolo a.C.) che aveva scritto a proposito della vecchiaia: «Come l edera serpeggiante svilisce la forza dell albero, così la vecchiaia mi uccide con l abbraccio degli anni (fr. 122-123 Ribbeck ) . Mettiti alla prova Laboratorio sul testo ONLINE 263

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Età augustea