T1 LAT ITA - Vivere con equilibrio

L INCONTRO CON L AUTORE ORAZIO T1 Vivere con equilibrio tratto da Odi II, 3 latino italiano L ode è indirizzata a Quinto Dellio, personaggio discusso per gli ondeggianti orientamenti politici: dopo una militanza tra le file del cesariano Dolabella, si schierò prima con il cesaricida Cassio e poi con Antonio all indomani della battaglia di Filippi (42 a.C.), per passare infine dalla parte di Ottaviano poco prima della battaglia di Azio (31 a.C.). La sua vicenda non sembra avere alcun rapporto con i temi qui sviluppati da Orazio, tra i principali della sua poetica: l imperturbabilità dell animo in ogni circostanza (vv. 1-8), l esortazione al banchetto (vv. 9-16) e l ineluttabilità della morte (vv. 17-28). Metro: strofi alcaiche Aequam memento rebus in arduis servare mentem, non secus in bonis ab insolenti temperatam laetitia, moriture Delli, 5 seu maestus omni tempore vixeris, seu te in remoto gramine per dies festos reclinatum bearis interiore no ta Falerni. Quo pinus ingens albaque populus 10 umbram hospitalem consociare amant Ricorda di mantenere sereno il tuo animo nelle vicende avverse, così come in quelle propizie scevro da sfrenata letizia, o Dellio, destinato a morire, sia che tu abbia vissuto tutta la tua vita nella tristezza, sia che tu, adagiato su un prato lontano, ti sia beato nei giorni di festa del Falerno di più antica data. A quale scopo il grande pino e il candido pioppo amano congiungere l ombra ospitale 1-4. Aequam Delli Aequam men tem: la collocazione dei due termini chiave di questa sentenza con cui si apre l ode è significativa: l aggettivo Aequam apre il v. 1 e il sostantivo mentem (con cui è concordato in iperbato*) chiude il periodo (v. 2). L imperativo memento conferisce un rilievo gnomico al concetto di equilibrio qui espresso da Orazio. 246 Audio LETTURA Aequa m me me nto re bu s n a rdu s se rva re me nte m, no n se cu s n bo n s a b nso le nt te mpe ra ta m t t a , mo lae r tu re De ll SENTENZIOSIT Il testo di Orazio, che si rivolge a Dellio, si apre con una sententia propria di un saggio epicureo: è un invito all equilibrio, all atarassia, cioè a mantenersi sereni e privi di eccessi tanto nelle situazioni liete quanto nelle avversità: non bisogna esaltarsi nelle prime, né abbattersi eccessivamente nelle seconde. RICCA AGGETTIVAZIONE Orazio sfoggia un uso ricco e sapiente degli aggettivi che dispone variamente a seconda di ciò che vuole comunicare. Aequam (v. 1) e Dives (v. 21) sono, non a caso, in posizione iniziale di verso: aequam, che apre anche il componimento, sottolinea l importanza del concetto espresso dalla sententia di apertura. Altri aggettivi (obliquo, exstructis) sono posti in rilievo dall iperbato con cui sono separati dal sostantivo cui si riferiscono. L abbondanza di aggettivi permette a Orazio di proporre ricche e raffinate costruzioni. 5-8. seu maestus Falerni bearis: forma sincopata del futuro anteriore. interio re Falerni: no ta è sostantivo verbale dal verbo nosco, per designare propriamente l etichetta che i Romani apponevano sui contenitori di vino, indicandovi la data d imbottigliamento con il nome dei consoli; interiore si riferisce al fatto che il vino riposto nella parte più interna della cella ( cantina ) era naturalmente il più antico e il più pregiato (nella fattispecie, il vino cui Orazio si riferisce è quello campano del territorio di Falerno, tra i più celebrati dai Romani). 9-12. Quo pinus rivo obliquo rivo?: l iperbato fra obliquo e rivo, con prolessi dell aggettivo rispetto al sostantivo, riproduce quasi visivamente lo scorrere

Tua vivit imago - volume 2
Tua vivit imago - volume 2
Età augustea