Græce loqui - I modelli greci di Orazio

L ET DI AUGUSTO gr ce loqui I modelli greci di Orazio Benché il rapporto di Orazio con le sue fonti greche sia complesso, in quanto gli spunti che egli vi coglieva sono sempre trasferiti in un contesto romano nuovo e originale, è possibile tracciare, in modo più analitico, i suoi debiti verso alcuni poeti greci. Alceo è certamente il poeta prediletto da Orazio, che trova in lui sia l interesse per le vicende della comunità, sia l attenzione per gli aspetti più intimi della vita privata (dall amicizia all amore e al simposio). Non mancano però le differenze: Alceo è attivamente impegnato nelle lotte politiche della sua comunità, mentre Orazio è un intellettuale che soltanto marginalmente è stato coinvolto nelle guerre civili; Alceo scrive le sue odi perché vengano cantate durante i conviti, mentre Orazio scrive i suoi componimenti per la lettura, con la conseguenza che il contesto simposiale evocato nei suoi versi è per lo più immaginato, senza configurarsi come reale spazio di fruizione del testo. Anche Saffo offre qualche spunto tematico a Orazio, soprattutto per quanto riguarda la descrizione della passione amorosa; si tratta però di richiami occasionali: per esempio, del celebre frammento 31 Voigt dedicato al motivo della gelosia si hanno echi nell ode I, 13 e nell ode IV, 9, dove ai vv. 10-12 Orazio ricorda l amore e gli ardori affidati alla cetra / della fanciulla eolia (amor / conmissi calores / Aeoliae fidibus puellae). Più importante, invece, è l influenza della lirica corale. Gli auctores seguiti da Orazio sono Stesìcoro, Simònide e Bacchilide, ma fra tutti predomina Pindaro, lirico difficile da emulare, per ammissione dello stesso poeta (IV, 2, 1-4: Chiunque tenti di emulare Pindaro, / o Iullo, si affida ad ali fatte di cera / con arte dedalica, destinato a consegnare / il proprio nome al mare cristallino ). A Pindaro Orazio guarda come a un modello sublime, traendone forme (periodare ampio, gravitas, transizioni sintattiche ardite) e idee (l orgogliosa coscienza del ruolo del poeta e della funzione eternatrice della poesia, il riconoscimento dell importanza rivestita dalla saggezza politica). Infine la lirica oraziana non è estranea a influssi della poesia ellenistica, sebbene in misura minore rispetto alla tradizione neoterica, che invece aveva perseguito la linea di un più marcato alessandrinismo. Orazio ricava dalla poesia alessandrina un ventaglio di contesti e immagini, legati soprattutto all amore (feste, cerimonie pubbliche, paesaggi), oltre all attenzione per la cura dello stile (il labor limae). in breve La poesia lirica è, Una poesia immortale Consapevole della portata innovativa della sua scelta, Orazio atper Orazio, di alto livello tribuisce alla lirica un valore e un importanza pari a quelli della poesia epica (lo afferma tanto quanto l epica nell ode IV, 9, 5-12). Anzi, nell ode I, 1 egli afferma con orgoglio che l adesione alla poesia e senz altro quella più adatta a conferirgli lirica rappresenta fra tutte le possibili scelte di vita (sport, politica, commercio, attività l immortalità come poeta. agricola, attività bellica, caccia) la più adeguata alle sue ambizioni (vv. 29-36). Lo stesso orgoglio emerge dall ode II, 20, ove Orazio difende l immortalità della sua poesia, e dall ode III, 30 (à T20), ove il poeta si vanta di aver avviato un genere poetico nuovo a Roma e paragona la propria opera a un monumento più durevole del bronzo. Orazio afferma il suo Il rapporto con la sfera divina La proclamazione del ruolo pionieristico come poeta lirico ruolo di poeta privilegiato è connessa, in Orazio, alla certezza di un privilegiato rapporto con le Muse, che lo preserdagli dèi; tuttavia, le vano da tristezze e paure (I, 26); con gli dèi, ai quali è gradito il suo canto (I, 17); con le odi dedicate a divinità e a preghiere denotano Camene (antiche divinità latine del canto, successivamente identificate con le Muse), che una religiosità solo lo salvano a Filippi, lo proteggono dalla caduta di un albero, lo fanno rimanere in vita nel superficiale e letteraria. nubifragio presso capo Palinuro (III, 4). 228

Tua vivit imago - volume 2
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Età augustea