I contenuti del primo libro delle Satire

L autore Orazio Questi due espedienti consentono a Orazio di affidare ad altri personaggi la formulazione di valutazioni morali controverse, in parte condivise dal poeta, in parte contrarie alla mentalità augustea. Ne dà un esempio la satira II, 2: il protagonista è un contadino di Venosa di nome Ofello, che ha sempre vissuto in modo sobrio e non ha mai inseguito un tenore di vita elevato. Il suo ideale di misura e autosufficienza incrocia quello di Orazio, che a Ofello guarda come a un modello positivo; ma quando il contadino si sbilancia in una critica più aspra del lusso, Orazio ne prende strategicamente le distanze, seppure consapevole della giustezza di quella polemica. Lo stesso procedimento si ravvisa nella satira II, 4: qui, un filosofo epicureo di nome Cazio, apparentemente dedito a riflessioni profonde, interrogato da Orazio si rivela un ridicolo maestro di gastronomia, sostenitore di una concezione scientifica dell arte culinaria; la sua lezione è certamente biasimevole dal punto di vista del poeta, ma alcuni suoi consigli, improntati a moderazione, suscitano il suo apprezzamento. Analoghe considerazioni si possono fare per le satire II, 3 e II, 7. Nella prima la parola è affidata a un personaggio di nome Damasippo che, in virtù di un paradosso stoico secondo cui tutti gli uomini sono pazzi, a eccezione del sapiente, cerca di convincere Orazio di essere non un sapiente, ma un pazzo. Nella seconda è sviluppato il dialogo fra Orazio e il suo schiavo Davo: questi ha imparato dal portinaio di un predicatore diatribico il paradosso stoico secondo cui tutti gli uomini sono schiavi delle passioni, a eccezione del filosofo; fiero di questa scoperta, lo schiavo accusa Orazio di essere vittima delle sue passioni. Un accusa che inconsciamente Orazio condivide, ben sapendo di essere uomo pieno di contraddizioni. Sicché la posizione di Orazio verso gli interlocutori delle satire del secondo libro, tutti prevalentemente ascrivibili alla sfera dei saccenti predicatori diatribici, è duplice: da un lato li mette in ridicolo come personaggi negativi, dall altro affida loro quei giusti rimbrotti moraleggianti rivolti a sé stesso che egli sente di meritare e quelle lodi dell autosufficienza che egli stesso propugna. Non sempre, però, Orazio mantiene un equilibrio fra queste due polarità. Almeno in un caso, cioè nella satira II, 5, l interlocutore di Orazio è totalmente negativo: riagganciandosi al libro XI dell Odissea, il poeta immagina che Ulisse incontri negli Inferi l indovino Tiresia, ricevendone non indicazioni morali, ma gretti consigli su come recuperare del denaro una volta che, rientrato a Itaca, scoprirà di essere stato privato dei suoi averi. I contenuti del primo libro delle Satire Satira 1 Dall insaziabilità umana derivano avidità e cupidigia, che si possono fuggire ed evitare soltanto se si sceglie di vivere perseguendo la giusta misura. Satira 2 Le uniche relazioni adulterine ammesse sono quelle con le liberte; vietato, invece, nell ottica del modus, instaurare relazioni con matrone e schiave. Satira 3 Il tema qui dibattuto da Orazio è se la legge debba essere applicata in modo indifferenziato a tutte le colpe (secondo la scuola del giureconsulto Marco Antistio Labeone), oppure se si debba, di volta in volta, giudicare un reato e dosare la pena relativa con equilibrio (secondo la scuola del giureconsulto Gaio Ateio Capitone). La posizione di Orazio è più vicina al secondo orientamento. Testo PLUS Ognuno ha i propri difetti Satira 4 la prima di tre satire (le altre sono la I, 10 e la II, 1) di argomento letterario. Il tema è la difesa della poesia satirica, considerata come genere teso non alla gratuita malignità, ma a un perfezionamento morale fondato sulla libertà di espressione e di pensiero. Satira 5 la cronaca di un viaggio a Brindisi (iter Brundisinum) compiuto da Orazio, a scopo diplomatico, con Mecenate e Lucio Cocceio Nerva nel 37 a.C. (à T6). 225

Tua vivit imago - volume 2
Tua vivit imago - volume 2
Età augustea