Tua vivit imago - volume 2

L autore Orazio in breve Metro e morale: le novità di Orazio La disciplina ricercata da Orazio si realizza attraverso due scelte importanti. Anzitutto egli rinuncia alla varietà metrica, adottando soltanto l esametro: da questo punto di vista Orazio prende le distanze da Varrone Reatino, che si era concesso una certa libertà metrica nelle Menippee, e si avvicina di più a Lucilio, che pur ricorrendo, nelle satire più antiche, a diversi schemi metrici, era poi passato gradualmente all esametro. In secondo luogo, come abbiamo detto, egli modera l aggressività delle invettive personali. Tuttavia la vera novità delle Satire di Orazio risiede nella morale pratica e autentica che anima le sue critiche, mai dettate da malignità o sterile acredine. Il poeta os Hieronymus Bosch, Cristo che porta la croce serva il triste destino di personaggi (particolare), 1510-1535. Gand, Museum of Fine Arts. dediti al vizio e agli eccessi per mostrare quanto sia preferibile la via della misura: gli avari, i lussuriosi, gli arrivisti, gli scialacquatori, in un modo o nell altro, incorrono sempre nello scandalo, nella pubblica derisione, nella miserevole condanna. Nelle Satire si percepisce l eco di questo metodo : se Orazio indugia sulla descrizione mimetica di un personaggio, di un gesto o di un fatto scandaloso, non muove da una verità dogmatica e assoluta, ma dalla constatazione empirica che i vizi hanno effetti disastrosi. Il tono meno aggressivo Il principio della giusta misura Alla base della morale oraziana e del suo modo di illustrare, con empirico equilibrio, i vizi e le loro conseguenze c è anche il fondamento filosofico della mesòtes ( medietà ) aristotelica, unita alla metriòtes ( moderazione ) democritea. La prima è, nella concezione dell etica di Aristotele (filosofo greco vissuto nel IV secolo a.C.), la virtù per eccellenza, ossia l aspirazione a una condizione passionale equilibrata: si tratta cioè di una disposizione d animo volta a ricercare e a scegliere la medietà fra gli estremi. La metriòtes è, nel sistema del filosofo greco Democrito (V-IV secolo a.C.), la moderazione dei piaceri, che unitamente alla giusta misura permette di conseguire l altissimo bene: per Democrito, infatti, sono le nostre insufficienze e i nostri eccessi a procurare all anima moti grandi e sconvolgenti, tali da sottrarle l euthymìa, cioè la tranquillità . Entrambi questi concetti filosofici sono presupposti dalla morale oraziana, volta alla ricerca di una via di mezzo , cioè di un equilibrata equidistanza fra passioni ed eccessi opposti. A sua volta, tale ideale è strettamente connesso a un altro aspetto della riflessione di Orazio, ossia l aspirazione all autosufficienza, intesa come ricerca della felicità in sé stessi: un concetto, anche questo, riconducibile alla filosofia greca e, in particolare, al principio cinico e stoico dell autàrkeia ( sufficienza a sé stesso , autosufficienza ), cioè all ideale desiderio del filosofo di bastare a sé stesso e di avvicinarsi il più possibile a uno stato di perfetta imperturbabilità d animo (atarassia). Nelle Satire oraziane delle satire oraziane è connesso a una morale più pragmatica. La descrizione delle vicende di personaggi viziosi e corrotti non è fine a sé stessa, ma serve per dimostrare che la via della misura è la scelta migliore. riecheggiano insegnamenti della filosofia greca: in particolare, il suo ideale della via di mezzo richiama i princìpi di mesòtes e metriòtes, obiettivi della sua ricerca morale assieme all autàrkeia, l autosufficienza. 223

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Età augustea