Tua vivit imago - volume 2

L ET DI AUGUSTO Talibus inter se dictis ad tecta sub bant 360 pauperis Evandri passimque armenta videbant Romanoque foro et lautis mugire Carinis. Ut ventum ad sedes, «Haec inquit «limina victor Alc des subiit, haec illum regia cepit; aude, hospes, contemnere opes et te quoque dignum 365 finge deo rebusque veni non asper egenis . Dixit et angusti subter fastigia tecti ingentem Aenean duxit stratisque locavit effultum foliis et pelle Libystidis ursae. Con tali discorsi tra loro s avvicinavano alle case dell umile Evandro e vedevano sparsi armenti muggire nel Foro romano e nelle ora ricche Carine. Quando raggiunsero la casa: «Queste soglie l Alcide varcò vittorioso e la reggia che vedi lo accolse. Osa spregiare le ricchezze, ospite, e renditi degno del dio, e vieni con animo incline alle povere cose . Disse, e al riparo del tetto dell angusta dimora condusse il grande Enea e lo fece adagiare su un letto di foglie e su una pelle di libica orsa. (trad. L. Canali) 359-365. Talibus inter egenis Tali bus mugire Carinis: i versi sembrano nuovamente introdurre una velata polemica contro il lusso dell edilizia contemporanea: là dove al tempo di Virgilio si trovavano il Foro e le Carene (uno dei più ricchi quartieri di Roma, fra il Celio e l Esquilino), un tempo muggivano gli armenti (nota, al riguardo, la studiata collocazione di mugire fra lautis e Carinis, con un effetto di forte contrasto fra la vita galante del presente e la fatica dell attività agricola di un tempo). Ut ventum cepit: Enea ed Evandro giungono nella povera, ma nobile capanna di quest ultimo, regia in cui era già entrato Ercole da vincitore (cioè dopo l uccisione di Caco, la creatura mostruo- sa, prole di Vulcano, che infestava la terra in cui si erano stanziati gli rcadi). Il ricordo di questa visita di Ercole alla capanna di Evandro nel momento in cui a entrarvi è adesso Enea non è casuale: non solo l eroe troiano si configura come novello Ercole, ma, come osserva Servio Danielino, il suo ingresso nella capanna prefigura liturgicamente l ingresso nella casa del pontifex, comunemente detta regia in quanto abitata dal rex sacrificulus. Ercole è denominato Alc des poiché il nonno (padre di Anfitrione) si chiamava Alceo. aude egenis: le critiche, prima velate, al lusso della Roma contemporanea, si esplicitano adesso in forma di sentenzioso imperativo (aude finge): Evandro esorta Enea (e i lettori contemporanei di Virgilio) a tenere in spregio le ricchezze e a guardare con favore alle umili cose. 366-368. Dixit et ursae angusti tecti: il riferimento agli interni angusti della povera capanna di Evandro risulta particolarmente suggestivo se letto alla luce del contrasto con la descrizione di Enea come uomo grande, maestoso (ingentem Aenean). effultum foliis ursae: Enea è fatto adagiare su un modesto letto di foglie e su una pelle di orsa proveniente dalla Libia: in realtà Libystidis, genitivo da Libystis, ha qui valore esornativo, giacché gli rcadi difficilmente avrebbero potuto disporre di pelli di orse africane nel Lazio (semmai, pelli di orse laziali o abruzzesi). Analisi del testo Una visione lucreziana dell età dell oro Se nell ecloga IV (à T3) Virgilio aveva descritto l età dell oro come un epoca miracolosa, in cui la natura offriva spontaneamente all uomo tutto ciò di cui avesse necessità, e se nel primo libro delle Georgiche (vv. 121-146 à T7), in linea con questa concezione, aveva 170 anche precisato che il genere umano non aveva avuto bisogno di coltivare la terra fino all avvento di Giove, con il quale, invece, fu introdotto nel mondo il labor impro bus dei campi, nei vv. 306-368 dell ottavo libro dell Eneide la visione virgiliana dell età dell oro assume contorni meno favolistici e più lucreziani. Cogliendo,

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Tua vivit imago - volume 2
Età augustea