T20 LAT ITA - La “periegesi” di Evandro

L autore Virgilio T20 La periegesi di Evandro tratto da Eneide VIII, 306-368 latino italiano Esortato dal dio Tevere a stringere alleanza con Evandro, re dell Arcadia insediatosi da tempo nel Lazio, Enea risale il fiume e giunge presso la comunità degli rcadi, che egli trova impegnati nella celebrazione di una cerimonia in onore di Ercole, loro liberatore dal mostro Caco. Evandro accoglie con grande ospitalità l eroe troiano, promettendogli il suo aiuto; gli narra la storia dell impresa di Ercole, lo accompagna nel suo modesto palazzo e lungo il tragitto gli racconta la storia del Lazio antico, mostrandogli le colline su cui sorgerà la futura Roma e i monumenti di epoca arcaica, venerati, nel periodo in cui Virgilio scrive, come luoghi storicamente degni di religioso rispetto. E x m se cu nct | d v n s re bu s a d u rbe m Metro: esametri 310 Exim se cuncti divinis rebus ad urbem perfectis referunt. Ibat rex obs tus aevo et com tem Aenean iuxta natumque tenebat ingrediens varioque viam sermone levabat. Miratur facilisque oculos fert omnia circum Aeneas capiturque locis et singula laetus Poi, compiuti i riti, ritornano tutti nella città. Andava l annoso re, e durante il cammino teneva Enea vicino a sé per compagno, e il figlio, e alleviava la via con vari discorsi. Enea ammira, e muove gli agili occhi su tutte le cose all intorno, ed è conquistato dai luoghi 306-309. Exim se levabat Exim: variante grafica dell avverbio exinde, ha valore temporale ( poi, successivamente ). Si è conclusa la cerimonia in onore di Ercole e tutti gli rcadi, insieme a Evandro e all ospite Enea, si mettono in cammino verso la città. divinis rebus perfectis: ablativo assoluto; perficere è verbo tecnico per descrivere il compimento di un rito sacro (lo stesso valore ha in Eneide VI, 637: perfecto munere divae, «fatta l offerta alla dea , trad. L. Canali). obs tus aevo: lett. coperto, avvolto dall età (obs tus è participio perfetto di obse ro); benché il participio sia adoperato altrove per tratteggiare figure squallide o condizioni fisiche umilianti (per esempio in Eneide VII, 790: saetis obs ta, ricoperta di setole , detto di Io, trasformata in vacca), qui l espressione dipinge l immagine di un uomo anziano, autorevole e maestoso. com tem: accusativo singolare di comes, com tis, ha valore predicativo rispetto ad Aenean (accusativo con desinenza greca). varioque levabat: l immagine di Evandro che allieta il cammino con dotti conversari ricorda l analoga scena dei vv. 748-749 del primo libro dell Eneide (Nec non et vario noctem sermone trahebat / infelix Dido, «Così con vario discorrere protraeva la notte / l infelice Didone , trad. L. Canali); i due passi si lasciano accostare l uno all altro non soltanto per l uso della medesima iunctura (vario sermone), ma anche per il contesto che ciascuno di essi presuppone: qui Enea va, con Evandro, verso il Pallanteo (vedi sotto), lì egli si dirige verso Cartagine («E già risalivano il colle che ampio sovrasta / la città, e guarda dall alto le opposte rocche , I, 419-420, trad. L. Canali). L analogia fra le due scene configura Didone come personaggio specularmente antitetico a Evandro, così come Cartagine è prefigurazione (negativa) di Roma. 310-313. Miratur arcis Miratur lae tus: un senso di gioiosa e trepidante attesa governa questi due versi, caratterizzati da particolari accorgimenti stilistici, quali l allitterazione* di l (facilisque oculos locis laetus), l anastrofe* omnia circum e la realizzazione alla stessa maniera dei primi cinque metra: spondeo, dattilo, dattilo, spondeo, dattilo (l ultimo metron, naturalmente, è costituito da longum c rcum e indifferens l tus à pp. 668 ss.). Facilis è accusativo plurale (= faciles). 165

Tua vivit imago - volume 2
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Età augustea