Intrecci letteratura - Gli Inferi nel poemetto The Waste

L ET DI AUGUSTO ANALISI 4. Attraverso quali artifici retorici è scandita l invocazione a Ecate (v. 247)? 5. Che complemento indica l ablativo vagina (v. 260)? Come spieghi l assenza di preposizione? COMPETENZE ATTIVE Per approfondire A partire dallo spunto offerto da questo brano, fai una ricerca sul mito della Sibilla e sulle sue rappresentazioni iconografiche più famose, poi realizza una presentazione in PowerPoint di 10 slide da presentare alla classe. letteratura Gli Inferi nel poemetto The Waste Land di T.S. Eliot Una traccia significativa della fortuna del viaggio nell oltretomba come motivo letterario, inaugurato dalla cultura classica (Omero, Virgilio, Lucano) e consacrato dalla Commedia di Dante, si trova in The Waste Land ( La terra desolata ) di Thomas Stearns Eliot, poeta, saggista e critico statunitense (1888-1965). Si tratta di un poemetto pubblicato nel 1922, dedicato come un epitaffio all Europa del tempo, vittima di una tragica crisi esistenziale. In particolare, nella prima sezione, intitolata La sepoltura dei morti , Eliot paragona la City, quartiere finanziario di Londra e fulcro del capitalismo moderno, a una città infernale, popolata da cittadini prigionieri di una routine mortificante, simili agli ignavi dell Inferno dantesco e alle anime del limbo, continuamente in attesa di un futuro migliore. Inquietante è, per esempio, l immagine spettrale dei cittadini che passano sopra il London Bridge come le anime che attendono di attraversare l Acheronte: Città irreale, sotto la nebbia scura di un alba d inverno una folla fluiva su London Bridge, tanta che io non avrei creduto che morte tanta ne avesse disfatta. Sospiri corti e rari ne esalavano e ognuno andava con gli occhi fissi davanti ai piedi. Fluivano su per il colle e giù per King William Street fino a dove Saint Mary Woolnoth segnava le ore con suono morto sull ultimo tocco delle nove. (trad. A. Tonelli) Edvard Munch, Sera nel corso Karl Johann, 1892. Bergen, Rasmus Meyer Samlinger, Bergen Kunstmuseum. 164