Tua vivit imago - volume 2

L ET DI AUGUSTO la sua vicenda non sia ascrivibile né al mondo epico, né a quello eroico; accettando il proprio destino (cioè il venir meno della prospettiva di una vita felice, a causa della partenza di Enea), Didone difende con ostinazione la propria verità, la sua fiducia in un modello di vita sentimentale già incarnato dalle eroine che giganteggiano nell orizzonte dei suoi valori (Medea, Arianna): le sue parole non recano traccia di una fede nella provvidenza ; vi si colgono soltanto le ragioni del suo destino. Il suicidio di Didone fra prèpon e polifonia di voci Già gli antichi interpreti virgiliani rilevavano la mancata descrizione del suicidio di Didone, scelta retoricamente improntata al prèpon, cioè a una voluta reticenza su un fatto che, descritto nei suoi crudi dettagli, avrebbe suscitato la riprovazione dei lettori o degli ascoltatori. Virgilio, però, racconta questo momento di dolore attraverso gli sguardi e le reazioni delle ancelle, secondo un modulo narrativo tipico della tragedia greca. In questa prospettiva va interpretata, per esempio, la similitudine* sviluppata nei vv. 669-671, in cui la disperazione dei Cartaginesi per la morte della regina è equiparata alla disperazione suscitata dalla distruzione della patria a opera dei nemici, assai frequente in poesia già a partire da Omero. La reazione più patetica è, però, quella della sorella Anna, che al percuotersi volto e petto gesto tipico del rituale del lamento funebre fa seguire una concitata sequenza di domande vibranti di tesa solennità (vv. 675-678). A questa prima reazione, dominata da un senso di incredulità, segue la disperazione dell abbandono (vv. 680-685): la donna, rifiutata come compagna di morte, prende definitivamente coscienza del suo ruolo di complice della sorte della sorella, perché lei stessa l aveva aiutata ad allestire quello che sarebbe divenuto lo scenario del suicidio. Laboratorio sul testo COMPRENSIONE 1. Individua le tre sequenze in cui è diviso il passo, riassumine brevemente il contenuto informativo e trova per ognuna un titolo adatto. 2. Nell atto di suicidarsi, Didone chiede di essere liberata dalla pena che l affligge (v. 652). Commenta tale richiesta alla luce delle tue conoscenze sulla storia. 3. Osserva i vv. 667-671. Che cosa descrivono? Attraverso quale figura retorica? A che cosa simbolicamente viene accostata Cartagine dopo il suicidio della regina? TRADUZIONI A CONFRONTO Ti proponiamo di seguito i vv. 642-662 del quarto libro dell Eneide in lingua originale e le relative traduzioni di Rosa Calzecchi Onesti, di Enzio Cetrangolo e di Carlo Carena. Opera un confronto tra le varie versioni e il testo latino, commentando le scelte di ogni traduzione. Testo originale At trepida et coeptis immanibus effera Dido, sanguineam volvens aciem maculisque trementis interfusa genas et pallida morte futura, 645 interiora domus inrumpit limina et altos conscendit furibunda rogos ensemque recludit Dardanium, non hos quaesitum munus in usus. Hic, postquam Iliacas vestes notumque cubile conspexit, paulum lacrimis et mente morata 650 incubuitque toro dixitque novissima verba: «Dulces exuviae, dum fata deusque sinebat, accipite hanc animam meque his exsolvite curis. Vixi et quem dederat cursum Fortuna peregi, 158

Tua vivit imago - volume 2
Tua vivit imago - volume 2
Età augustea