Tua vivit imago - volume 2

L ET DI AUGUSTO «Dolci spoglie, finché il Fato e il dio4 permettevano, accogliete quest anima, e liberatemi da queste pene. Ho vissuto, e percorso la via che aveva assegnato la sorte, e ora la mia ombra gloriosa andrà sotto la terra. 655 Ho fondato una splendida città, ho veduto mura da me costruite, vendicato lo sposo, punito il fratello nemico; felice, troppo felice, se solo le navi dardanie non avessero mai toccato le nostre rive! . Disse, e premendo le labbra sul letto: «Moriremo invendicate, 660 ma moriamo esclamò. «Così desidero discendere tra le ombre. Beva questo fuoco con gli occhi dal mare il crudele dardanio, e porti con sé la maledizione della mia morte . Disse; e fra tali parole le ancelle la vedono gettarsi sul ferro, la spada schiumante e le mani 665 bagnate di sangue. Vanno le grida negli alti atrii; imperversa la Fama per la città sgomenta. Le case fremono di lamenti, di gemiti, di urla femminee; il cielo risuona d un grande pianto. Come se, penetrati i nemici, precipiti tutta 670 Cartagine o l antica Tiro, e fiamme furenti si propaghino per i tetti degli uomini e i templi degli dèi. Udì, disanimata e atterrita, nella corsa angosciosa, la sorella, ferendosi il volto con le unghie e il petto coi pugni, si getta tra la folla e invoca per nome la morente: 675 «Questo era, sorella? volevi ingannarmi? Questo mi preparavano il rogo, le fiamme e le are? Abbandonata, cosa lamenterò prima? Spregiasti la sorella compagna nella morte? Mi avessi chiamata a uno stesso destino, uno stesso dolore e momento avrebbe rapito entrambe 680 col ferro. Ho innalzato il rogo con queste mani, ho invocato gli dèi patrii, per mancare crudele alla tua morte? Hai estinto te e me, sorella, e il popolo e i padri sidonii, e la tua città. Fate ch io lavi le ferite, e se erra ancora un estremo alito, lo colga 685 con le labbra . Detto così, era ascesa sugli alti gradini, e con un gemito stringeva al seno la sorella morente, e detergeva con la veste il nero sangue. Ella, tentando di aprire gli occhi pesanti, di nuovo ricade; stride la ferita nel profondo del petto. 4. il Fato e il dio: Fato e divinità sono spesso accostati in Virgilio, secondo una combinazione da non intendere filosofica- 156 mente: per il poeta la vita degli uomini è posta sotto l egida del destino, di cui è garante Giove (con cui possiamo identi- ficare, come suggerisce Servio, il dio qui menzionato).

Tua vivit imago - volume 2
Tua vivit imago - volume 2
Età augustea