PLUS - Le contraddizioni delle Georgiche

L ET DI AUGUSTO lente al poeta greco Aràto di Soli, secondo cui l uma nità, educata dalla dea Dike (abitante sulla terra), si sarebbe dedicata all aratura già durante l età dell oro. Insieme a questi motivi principali, Virgilio riprende e fonde altri temi di diversa matrice, come l ideale filosofico della sapientia (vv. 485-486) e l aspirazione a una vita idillica (vv. 495-499): un insieme di conce zioni che concorrono alla definizione di un modello di vita idealizzato, di cui i contadini sono considerati i principali rappresentanti, con la loro virtuosa dedizio ne al lavoro, all autosufficienza, alla religiosità e alla semplicità dei costumi. Questioni di poetica Una volta che Virgilio ha de finito il tema da trattare, cioè la felicità dei contadini, la sua attenzione si volge a questioni di poetica (dal v. 475). La bellezza della vita agreste è lodata in con trapposizione alla degenerazione della vita urbana, così come aveva già fatto Lucrezio nel proemio al secondo libro del De rerum natura. Allo stesso modo del poeta-filosofo, anche Virgilio vorrebbe scrivere un poema scientifico (vv. 475-482); tuttavia vi rinuncia perché vede tale aspirazione come un ideale trop po alto e irraggiungibile (vv. 483-484). Più congeniale alle sue possibilità è la contemplazione della natura come paesaggio acronico, proiettato nei luoghi let terari dell Arcadia: «mi compiacciano allora i campi e le acque che irrigano le valli (v. 485). Se Lucre zio, quindi, indaga il mondo naturale con l occhio scientifico del filosofo, Virgilio ne trae godimento per i suoi aspetti idillici e simbolici. Quello di Virgilio non è un superamento di Lucrezio o un polemico distac co dalla poesia didascalica lucreziana, ma l atto di rivendicazione di uno spazio letterario autonomo ri spetto alla tradizione. Alla figura del saggio epicureo celebrato da Lucrezio, che propugna la liberazione dell umanità dalle angosce, Virgilio preferisce il mo dello del saggio autosufficiente che trova conforto e tranquillità nel mondo pastorale. Questa concezione di vita, per Virgilio, trova un modello storico nelle antiche popolazioni italiche, ad ditate dal poeta (nella chiusa del passo, non senza qualche contraddizione à vedi sotto) come abitatrici di un Lazio primitivo, coincidente con il mitico regno di Saturno. Mettiti alla prova Laboratorio sul testo ONLINE Le contraddizioni delle Georgiche L immagine di un agricola beato e autosufficiente mal si concilia con la tradizionale teodicèa del labor impro bus, cioè della giustificazione divina della fatica come via per giungere alla felicità (à T7). Se è vero che Virgilio potrebbe avere armonizzato le due diverse concezioni dell età dell oro cui si è già fatto cenno a p. 125 (quella esiodea e quella di Aràto), bisogna riconoscere che la contraddizione di fondo appare insanabile. E non si tratta dell unico elemento controverso del finale del secondo libro delle Georgiche. Occorre osservare, per esempio, che, se da un lato il modello di vita dell agricola è descritto come quello di un saggio epicureo, perfettamente in equilibrio fra i bisogni primari e il loro soddisfacimento da parte della natura, totalmente immerso nel ritmo semplice delle stagioni e lontano dalla frenesia della città, dall altro esso è identificato con l ideale di vita italico dei popoli del Lazio primitivo. La contraddizione risiede nel fatto che la rustic tas romana arcaica richiedeva impegno politico e virtù guerriere, mentre l ideale condizione a cui aspira Virgilio esclude la parte- 126 cipazione alle attività belliche e politiche. Ne discende che il modello di vita vagheggiato da Virgilio assume sì contorni utopici e irrealizzabili, ma risulta anche lucidamente inserito in una temperie storica attraversata da laceranti e insuperabili contraddizioni. Vincent van Gogh, La siesta, 1889-1890. Parigi, Museo d Orsay.

Tua vivit imago - volume 2
Tua vivit imago - volume 2
Età augustea