Tua vivit imago - volume 2

L ET DI AUGUSTO 60 65 aut acres venabor apros; non me ulla vetabunt frigora Parthenios canibus circumdare saltus. Iam mihi per rupes videor lucosque sonantis ire; libet Partho torque re Cydonea cornu spicula Tamquam haec sint nostri medicina furoris, aut Deus ille malis hominum mitescere discat! Iam neque Hamadryades rursus nec carmina nobis ipsa placent; ipsae rursus concedite silvae. Non illum nostri possunt mutare labores, nec si frigoribus mediis Hebrumque bibamus Sithoniasque nives hiemis subeamus aquosae, nec si, cum moriens alta liber aret in ulmo, Aethiopum versemus ovis sub sidere Cancri. Omnia vincit Amor, et nos cedamus Amori . e caccerò i feroci cinghiali; i freddi non mi impediranno di circondare di cani le erte balze del Partenio. Già mi sembra di andare fra le rupi e i boschi sonanti, e godo nello scagliare frecce cidonie con l arco di Partia. Come se questo medicasse la nostra follia, o quel Dio si lasciasse addolcire dalle sventure degli uomini! Già non mi allietano più le Amadriadi, e neanche le stesse canzoni; del resto allontanatevi anche voi, o boschi. I nostri affanni non potranno mutare il dio, neanche se nel colmo del freddo bevessi le acque dell Ebro o affrontassi le nevi e le piogge dell inverno sitonio, o quando morendo si secca la corteccia sugli alti olmi pascolassi le pecore degli Etiopi sotto la costellazione del Cancro. Tutto vince l Amore, e noi cediamo all Amore . Iam spicula: ai futuri impiegati nei vv. 50-56 si sostituisce adesso il presente, a indicare un momento di maggiore coin volgimento emotivo da parte di Gallo nel la sua fantasia bucolica: il duplice enjam bement (sonantis / ire e cornu / spicula) contribuisce a evidenziare questo ra pimento pastorale sempre più forte. Cydonea (da Cydone us, aggettivo qui attestato per la prima volta) si riferisce ai Cìdoni, antico popolo stanziato nell area nord-occidentale di Creta; a partire da Callimaco, però, il nome è usato per de signare, con una sineddoche*, tutti i Cre tesi, celebri arcieri. Cornu è invece meto nimia per l isoprosodico arcu: qui è detto di Partia perché i Parti primeggiavano nel tiro con l arco. Tamquam discat: il sogno bucolico di Gallo si spezza: il poeta prende coscienza di quanto sia 112 impossibile per lui non cedere all amore. 62-69. Iam neque cedamus Amori Hamadryades: le Amadriadi sono ninfe degli alberi, simbolo della poesia bucolica. concedite: imperativo di concedo, verbo comune nella commedia per indicare l u scita di scena di un attore: ne discende una visione del mondo bucolico come spazio fittizio e irreale. Non illum Can cri: l amara constatazione di Gallo è sot tolineata dal lento e grave ritmo spondaico del v. 64 e dalla serie di iperboli* sviluppate nei vv. 65-68: nessuna sofferenza degli amanti infelici cambierebbe la natura del dio, neppure se essi affrontassero il rigore climatico della Tracia (regione in cui si tro va l Ebro indicato al v. 65, corrispondente all attuale Maritza, e alla quale appartiene la Sitonia del v. 66, una delle tre penisole della Calcidica), oppure la calura estiva del deserto africano (Aethiopum Cancri). interessante osservare che l aggettivo Si thonius abbia la o breve come nei poeti alessandrini Euforione e Partenio, modelli di Cornelio Gallo. Omnia Amori: Gallo risponde alla domanda di Pan del v. 28 (Ecquis erit modus?): il potere di Amore è assoluto e il poeta-amante elegiaco vi si deve arrendere in modo incondizionato. Il verso presenta tratti stilistici che sembrano ricondurlo alla penna dello stesso Cornelio Gallo: in omnia vincit amor, metricamente interpretabile come il secondo emistichio di un pentametro, si coglie una caratteri stica tipica dell elegia, e cioè la tendenza a concludere un verso con una ripetizione in poliptoto fra il primo e il secondo emi stichio di un pentametro (Amor Amori, ove peraltro la sillaba finale di Amor è lunga prima della dieresi).

Tua vivit imago - volume 2
Tua vivit imago - volume 2
Età augustea