Tua vivit imago - volume 2

L autore Virgilio 50 55 tu procul a patria (nec sit mihi credere tantum!) Alpinas, ah, dura, nives et frigora Rheni me sine sola vides. Ah, te ne frigora laedant! Ah, tibi ne teneras glacies secet aspera plantas! Ibo et Chalcidico quae sunt mihi cond ta versu carmina, pastoris Siculi modulabor avena. Certum est in silvis, inter spelaea ferarum, malle pati, tenerisque meos incidere amores arboribus. Crescent illae, crescetis, amores. Interea mixtis lustrabo Maenala Nymphis, tu lontana dalla patria (ah potessi non crederlo!), sola, senza di me, vedi le nevi delle Alpi e i ghiacci del Reno. Ah che il gelo non ti offenda, e tagliente qual è non ferisca le tue tenere piante! Andrò, e quei canti che ho composto in verso calcidico li voglio modulare sul flauto del siciliano pastore. certo: meglio soffrire nelle selve, fra le spelonche delle fiere, e incidere i miei amori nella tenera corteccia degli alberi. Questi cresceranno, e anche voi amori crescerete. Frattanto misto alle Ninfe errerò per il Mènalo, tu procul plantas!: secondo Servio sono qui citati versi di Gallo. Non pos siamo esserne certi, ma molte caratte ristiche rinviano alla poesia elegiaca: la sintassi spezzata, l abbondare di frasi esclamative, le ripetizioni enfatiche dei pronomi personali. La preoccupazione per Licòride è evidenziata dall insistenza sul suono a: a patria tantum Alpinas, ah, dura frigora sola Ah frigora laedant! Ah teneras glacies aspera plantas. Nell esclamazione parentetica (v. 46, lett. io non debba credere a tanto ) tantum dipende da credere, mentre sit è usato con il dativo e l infinito, secondo un costrutto sintattico grecizzante, tipico del parlato. La struttura del v. 47 è alessandri na: per variatio*, a un aggettivo (Alpinas) fa seguito il genitivo del nome corrispon dente a un aggettivo (Rheni). Al v. 48 la separazione fra i due amanti è resa con il pleonastico ed enfatico me sine sola, im preziosito dall anastrofe* di sine. 50-54. Ibo amores Ibo et modu labor: il costrutto di ibo et con il futuro è colloquiale e tipico della commedia. Chalcidico versu: si riferisce al metro di Euforione di Calcide (III secolo a.C.), celebre poeta greco, autore di una pro duzione in esametri dai contenuti mi tologici, ammirato dai poetae novi (non a caso denominati da Cicerone anche cantores Euphorionis). Il fatto che tale produzione esametrica sia citata in rap porto a Gallo poeta che scrive, invece, in distici elegiaci ha creato qualche dif ficoltà interpretativa. Per conciliare i due aspetti, si è ipotizzato inizialmente che anche Euforione avesse scritto elegie, alle quali Virgilio farebbe qui riferimento, ma oggi è considerato un dato sicuro che Euforione non abbia mai scritto elegie. La spiegazione possibile, quindi, è un altra: nella sesta ecloga Virgilio ci mostra Gal lo consacrato sul monte Elicona (la sede delle Muse) con la zampogna di Esiodo per aver composto un epillio eziologico sul bosco Grinèo; una notizia interessan te, se letta in rapporto a quanto riferisce Servio relativamente alla presenza, fra gli scritti di Euforione, di un poemetto sulle origini dello stesso bosco. Sulla base di questi due elementi, si può pensare che Gallo fosse scrittore sia di elegie erotiche, sia di epilli alla maniera di Euforione, e che Virgilio immagini qui che il poeta, deciso ad aderire al genere bucolico, dichiari di volere rinunciare all elegia erotica per de dicarsi esclusivamente alla rimodulazione di quell epillio (che aveva già scritto) se condo il registro bucolico. Certum est crescetis, amores: spelaea (da spelaeum) è grecismo (spèlaion) per il latino spelunca. Riaffiora l amore di Gallo per Licòride, ma per il momento continua a rimanere entro gli argini del contesto bucolico: il poeta vuole scrivere il nome dell amata sulla corteccia degli alberi, secondo un motivo di matrice erotico-ellenistica, il cui modello è rappresentato dalla vicenda di Aconzio, giovane follemente innamorato di Cidippe, raccontata da Callimaco ne gli itia («ma possiate parole recare, nelle cortecce intagliate, / che dicano per Ci dippe l amore , fr. 73 Pfeiffer2). L amore per Licòride, quindi, continua a essere vivo, ma per il momento è regolato dal ritmo lento della natura, come sottolinea l elegante anafora* del verbo cresco in poliptoto* (Crescent crescetis). 55-61. Interea mixtis discat Maena la: accusativo alla greca; il Mènalo, come il Partenio citato al v. 57, è un monte d Ar cadia. Qui Gallo si dedicherà alla caccia, scelta alternativa (e terapeutica) rispetto all amore: si tratta di un motivo assai dif fuso già nella letteratura greca (esemplare è la vicenda, messa in scena da Euripide, di Ippolito, il giovane che si dedicava sol tanto alla caccia trascurando l amore, e per questo punito da Afrodite, che fa in namorare di lui la matrigna Fedra), ma che ha fortuna soprattutto nell elegia romana (Properzio, Elegie II, 19, 17-26 e Ovidio, Remedia amoris 199-200), forse proprio a partire da Cornelio Gallo. 111

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Età augustea