Tua vivit imago - volume 2

L ET DI AUGUSTO 80 85 volando ella fuggì nelle solitudini, e con quale sbattere d ali l infelice sorvolò prima la sua casa? Tutti i canti che l Eurota30 ascoltò beato, composti da Febo e volle che li apprendessero i lauri, egli li ricanta (le valli percosse li riecheggiano gli astri), finché Vespero31 impose di ricondurre le greggi alle stalle e di contarle, e avanzò nel cielo che lo accolse a malincuore. (trad. L. Canali) 30. Eurota: fiume della Laconia, forse qui menzionato in quanto teatro degli amori fra Apollo e il fanciullo spartano Giacinto (secondo altri, invece, con riferimento al mito di Apollo e Dafne). 31. Vespero: è la stella della sera, cioè il pianeta Venere. Analisi del testo Teocrito, Callimaco e la recusatio dell èpos encomiastico Nei vv. 1-2 Virgilio vanta orgogliosamen te il proprio primato di poeta bucolico, che non ha disdegnato di cantare nello stesso verso di Teocrito e di «abitare nelle selve . Tale incipit* introduce il let tore all interno di un dibattito letterario: il poeta rifiuta la richiesta giuntagli dal dedicatario dell ecloga, Alfeno Varo, di scrivere un componimento epico di carattere encomiastico e motiva questa recusatio dichiarando programmaticamente di voler aderire al genus tenue della poesia bucolica. Per meglio giustificare la sua scelta, Virgilio adotta quale modello il poeta greco Callimaco (320/310-240 a.C.), che nel prologo degli itia aveva espresso un analogo rifiuto dell èpos (fr. 1, 21-24 Pfeiffer): «Per ché quando in principio la tavoletta posai / sulle gi nocchia, così a me disse Apollo Licio: / [ ] cantore [amatissimo], quanto più pingue la vittima / [alleva], ma, o amico, la Musa sottile (trad. G.B. D Alessio). Adesso Apollo appare anche a Virgilio, ammonendo lo alla stessa maniera (vv. 3-5). L adesione di Virgilio alla poesia pastorale rappresentata da Teocrito di venta così una dichiarazione di poetica alessandrina nel solco di Callimaco: il suo canto è agreste e mo dulato sull esile flauto (v. 8). Il canto di Sileno: un esempio di arte neoterica Nel porsi sulle orme di Teocrito e di Callimaco, Virgilio non può prescindere da quella tradizione latina che già aveva guardato alla letteratura alessandrina come 102 a un modello da imitare, ovvero la poesia neoterica. Le tracce di questa ars raffinata, dotta ed elegante si colgono nel canto di Sileno, sviluppato da Virgilio dopo la sua dichiarazione programmatica di adesio ne al genere pastorale. Il primo elemento di originali tà, per così dire, squisitamente neoterico, è costituito dalla scelta virgiliana di dare voce a un personaggio minore della mitologia classica, cioè Sileno, un mem bro secondario del corteo di Bacco, creatura brutta, goffa, ebbra, ma qui dotata della straordinaria capa cità di produrre un canto universale, con l armonica responsione della natura. Un canto che ha il potere di ammaliare animali, piante e pietre, come quello di rfeo, l eroe civilizzatore per eccellenza, che aveva fatto della poesia una forza capace di governare il mondo (à T12). E dalle origini del mondo, non a caso, prende le mosse il canto orfico di Sileno, che nei vv. 31-40 tratta della cosmogonia e nei vv. 41-42 dell età di Saturno, del furto di Prometeo e di Deuca lione e Pirra, per poi passare ad altri miti (rapimento di Ila: vv. 43-44; Pasìfae e il suo amore per il toro: vv. 45-60; Atalanta: v. 61; le sorelle di Fetonte: vv. 6263; la Scilla figlia di Niso: vv. 74-77; Tèreo e Filomèla: vv. 78-81). Fra questi miti si inserisce l investitura di Gallo, trasportato sul monte Elicona: un poeta che, al pari di Virgilio, aveva aderito alle teorie alessandri ne ed era considerato il fondatore dell elegia latina (vv. 64-73 à T6). Le due investiture quella di Vir gilio all inizio dell ecloga e quella di Gallo sono l u na speculare all altra: Virgilio è consacrato da Apollo

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Età augustea