34. Che cosa è successo dopo gli accordi di Kyoto?

LE INIZIATIVE DEI PAESI DEL MONDO 32 33 34 1 35 36 37 38 34. Che cosa è successo dopo gli accordi di Kyoto? Dopo Kyoto, l Europa ha avviato le iniziative di Azione Clima. Nel 2007 in Europa si avviarono i lavori per Azione Clima (Climate Action), un iniziativa volta a definire azioni concrete per limitare i cambiamenti climatici. L Europa si schierava in prima fila per combattere l aumento della concentrazione di diossido di carbonio in atmosfera e l innalzamento della temperatura dell aria e degli oceani, responsabili dello scioglimento diffuso dei ghiacciai e dell innalzamento del livello del mare. Con Azione Clima l Unione europea adottò i seguenti obiettivi, validi per tutti i Paesi aderenti: ridurre entro il 2020 le emissioni di gas serra del 20% rispetto al 2005; ridurre i consumi di fonti primarie del 20%, favorendo gli interventi finalizzati a ottenere l efficienza energetica; portare la quota delle fonti rinnovabili di energia (FER) al 20% dei consumi finali (usi elettrici, termici e per il trasporto) in Europa con una quota di almeno il 10% nei trasporti. Questo obiettivo a livello europeo fu poi declinato in modo diverso a seconda del Paese: l obiettivo italiano per le FER si attestava al 17% del consumo nazionale. Nel 2009, poi, durante la Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici che si tenne a Copenhagen e a cui parteciparono anche la Cina, il Brasile, gli Stati Uniti d America, l India e il Sudafrica, agli obiettivi sopra descritti se ne aggiunse uno: si stabilì che l aumento della temperatura nel XXI secolo non avrebbe dovuto superare i 2 °C. Tutti i Paesi concordarono infatti che un aumento superiore ai 2 °C rispetto ai livelli pre-industriali avrebbe determinato conseguenze drammatiche sull ambiente, sulla crescita economica e sull uomo. Nel 2020 quasi tutti gli obiettivi iniziali fissati dalle politiche di Azione Clima sono stati raggiunti. L Europa ha così aggiornato la propria agenda ambientale, formulando nuovi e più ambiziosi traguardi fissati per il 2030: ridurre le emissioni di gas serra del 40% rispetto al 2005; ridurre i consumi di fonti primarie del 32,5% ; portare la quota delle fonti rinnovabili di energia (FER) al 32% dei consumi finali (usi elettrici, termici e per il trasporto). CI HAI MAI PENSATO? L EUROPA VIRTUOSA I Paesi Europei sono sempre stati molto impegnati nel contrasto ai cambiamenti climatici. I Paesi del Nord Europa, per esempio, sono oggi tra i maggiori utilizzatori di fonti di energia rinnovabile. L Islanda, favorita dalla sua conformazione geologica, utilizza in gran parte la geotermia, ma anche la Danimarca (turbine eoliche) e la Svezia (idroelettricità e biomasse) utilizzano in prevalenza le FER. In Svezia, dove l obiettivo era quello di raggiungere entro il 2020 56 il 49% di copertura energetica con l utilizzo di fonti rinnovabili, già nel 2018 si sono ridotte le emissioni nocive del 55%. Anche l Italia ha fatto la sua parte. Già nel 2017 era stato raggiunto e superato l obiettivo del 17% di copertura dei consumi finali da parte delle FER. Solamente nel settore dei trasporti siamo tuttora un po in ritardo rispetto alle previsioni.

Clima2030
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Percorso di educazione civica per un futuro sostenibile