T3 I riti in onore dei morti (Ovidio, Fasti V, 419-444)

PERCORSI TEMATICI FINO A TE Pur essendo entrambi dedicati al tema del compleanno, i testi di Tibullo e della Szymborska sono molto differenti l uno dall altro. Mentre nell elegia il poeta latino invoca per l amico le benedizioni del Genio Natale, prospettando un avvenire radioso, i versi della Szymborska ricordano piuttosto la precarietà dell esistenza, che non può esaurire la ricchezza del mondo e che rinnova a ogni genetliaco la consapevolezza della fragilità. Scrivi anche tu un componimento di almeno 15 versi, in cui descrivi le tue emozioni nel giorno del tuo compleanno, e poi condividilo con la classe. T3 I riti in onore dei morti Ovidio Fasti V, 419-444 Nel mese di maggio (il 9, l 11 e il 13) si celebravano i Lemuria in onore degli avi defunti. I Lèmuri erano gli spettri dei morti che andavano vagabondando ed erano temuti, perché la loro vista poteva rendere folli: per questo il rito prevedeva di gettarsi alle spalle delle fave, in sostituzione simbolica delle anime dei vivi, al fine di allontanarli. In questo brano tratto dai Fasti, poema dedicato al calendario delle festività e delle ricorrenze romane, Ovidio ne descrive lo svolgimento. 425 Quando in seguito Espero1 avrà mostrato tre volte il bel volto, e tre volte le stelle, vinte, avranno lasciato il posto a Febo,2 sarà tempo dell antico rito per celebrare i notturni Lemuri: e si daranno votive offerte ai silenziosi Mani.3 L anno era più breve, e ancora non si conoscevano i pii riti di espiazione, né tu, Giano bifronte, eri la guida dei mesi:4 già tuttavia si recavano doni al cenere degli estinti, 430 e il nipote recava il suo omaggio alla tomba dell avo sepolto. Ciò avveniva nel mese di maggio il cui nome deriva dai maggiori ,5 che serba tuttavia ancor oggi parte dell antica consuetudine. Quando è mezzanotte, e il silenzio invita al sonno, e voi avete taciuto, cani e uccelli variopinti, 435 chi è memore dell antico rito e ha timore degli dei si alza entrambi i piedi sono privi di calzari , e fa segnali serrando le dita con il pollice in mezzo, affinché un impalpabile ombra non si faccia incontro a lui silenzioso.6 E dopo aver deterso in acqua di fonte le mani, purificandole, 420 1. Espero: la stella della sera. 2. Febo: Febo Apollo, qui per indicare il sole. 3. Mani: a rigore i Mani, a differenza dei Lèmuri, sono spiriti benigni; ma in questo brano Ovidio non sembra distinguere tra gli uni e gli altri. 72 4. L anno mesi: il riferimento è all antico anno di dieci mesi, che cominciava con marzo e non con gennaio (Ianuarius), il cui nome deriva dal dio bifronte Giano (Ianus). 5. maggio dai maggiori: una delle etimologie antiche del nome del mese fa- ceva derivare maggio (Maius) dagli anziani (maiores). 6. affinché a lui silenzioso: si tratta dunque di un gesto apotropaico, volto cioè ad allontanare o annullare un influenza maligna.

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Educazione civica per la letteratura latina