T5 “Vera” e “falsa” vita di campagna (Marziale, Epigrammi

PERCORSI TEMATICI T5 Vera e falsa vita di campagna Marziale Epigrammi III, 58 In questo epigramma, il più lungo dell intera raccolta, Marziale descrive ed elogia la villa a Baia del suo amico e patrono Faustino: una villa che, pur collocata in una zona rinomata come località di villeggiatura alla moda , è presentata «come uno spazio antitetico alla città, dove si conduce una vita sana e tranquilla, in ossequio al ritmo naturale (A. Fusi). Negli ultimi versi alla villa di Faustino è contrapposta, con intento bonariamente satirico, di garbata presa in giro , quella del destinatario Basso, anche lui un amico del poeta, che possedeva una villa nei pressi di Roma; ma, mentre la tenuta di Faustino era autosufficiente, quella di Basso dipendeva in tutto e per tutto dagli approvvigionamenti dalla città: insomma, suggerisce ironicamente Marziale, non si tratta di una vera dimora di campagna, bensì di un abitazione che sarebbe a tutti gli effetti urbana, se non fosse soltanto per l ubicazione al di fuori della città. 5 10 15 20 O Basso,1 la villa di Baia del nostro Faustino2 non occupa ampi e sterili campi coperti di infecondi mirteti, vedovi platani3 e siepi di bosso rasate, tutto in ordine, ma si allieta di autentica e rustica campagna. Qui in ogni angolo vi sono sacchi di grano e nel tardo autunno molte anfore mandano odore;4 qui quando è passato novembre e l inverno è vicino, l ispido colono porta cesti di uva serotina.5 Nella profonda valle muggiscono i fieri tori e i vitelli dalla fronte ancora inerme sono smaniosi di combattere. Va qua e là tutta la turba dello sporco cortile: le stridule oche, i gemmati pavoni, gli animali che debbono il nome alle rosse ali,6 le variopinte pernici, le pollastre numidiche macchiettate e i fagiani degli empi Colchi.7 I superbi galli coprono le galline rodie, le torri risuonano dei battiti d ali delle colombe, qua gemono i colombi selvatici, là le tortore bianche come la cera, i porci seguono avidi il grembiule della massaia, e il tenero agnello aspetta la madre dalle gonfie mammelle. Gli schiavi nati in casa dal colore del latte stanno attorno al sereno focolare e una catasta di legna fiammeggia nei giorni di festa davanti ai Lari.8 Qui il pigro dispensiere non diventa pallido per l ozio che illividisce, né l unto palestrita sciupa l olio, ma tende la rete insidiosa agli avidi tordi o tira su il pesce catturato con la tremula lenza o porta a casa il daino ch è rimasto impigliato nella rete. L orto che non stanca dà un piacevole lavoro agli allegri schiavi della città, gli scherzosi ragazzi dalle lunghe chiome sono lieti di ubbidire al fattore, senza che glielo ordini il pedagogo, e il molle eunuco prende parte ai lavori. I contadini non vengono a portare il loro saluto con le mani vuote: uno porta candido miele con la sua cera e formaggi a forma di cono come quelli della boscosa Sàrsina;9 un altro ti presenta dei ghiri sonnacchiosi; 1. Basso: un amico di Marziale. 2. Faustino: amico e protettore di Marziale. 3. vedovi platani: i platani sono definiti vedovi perché non accompagnati dalle viti, che venivano a essi «maritate (cioè venivano fatte avvinghiare a un albero come sostegno: si tratta di una tecnica antichissima, risalente addirittura alla civiltà etrusca). 48 4. mandano odore: odorano di vino. 5. uva serotina: l aggettivo seròtino significa letteralmente serale , ma in riferimento a una pianta indica il fatto che matura tardi. 6. gli animali rosse ali: i fenicotteri, il cui nome deriva dal greco phoinikòpteros, composto di phòinix, colore rosso, porpora , e pteròn, ala . 7. Colchi: gli abitanti della Colchide sono definiti «empi perché da quella regione proveniva Medea, la maga che, secondo il mito, aveva ucciso i propri figli. 8. Lari: le immagini dei Lari, divinità tutelari del focolare domestico. 9. Sàrsina: cittadina dell antica Umbria (ma oggi in Romagna), patria di Plauto e rinomata per i formaggi.

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