T4 La natura avvelenata dall’uomo (Plinio il Vecchio,

PERCORSI TEMATICI T4 La natura avvelenata dall uomo Plinio il Vecchio Naturalis historia XVIII, 2-4 All inizio del libro XVIII della Naturalis historia Plinio, accingendosi a trattare di «tutti quei vegetali, esclusi alberi e arbusti, che ci vengono dalla terra benigna , decide prima di tutto di «prendere le difese della terra, e [ ] perorare la causa di colei che di tutto è madre : da qui l autore prende le mosse per una violenta invettiva contro l uomo, che sfrutta a fini malvagi i veleni, che pure sono già presenti in natura, e con la sua attività tutti gli «elementi della natura (cioè l acqua, il fuoco e la terra). Più avanti l immagine del veleno si fa anche metaforica, in relazione all «odio che nutrono quegli uomini che sono «come veleni nei confronti degli altri; ma ciò che oggi soprattutto colpisce nel passo è l anticipazione, seppur embrionale, della moderna sensibilità ecologica, insieme all idea di una natura buona , contaminata e corrotta dall azione dell uomo. 5 10 15 20 La terra genera, è vero, dei veleni; ma chi se non l uomo li ha scoperti? Gli uccelli e le fiere si contentano di guardarsene e di fuggirli. E benché gli elefanti e gli uri1 aguzzino e limino le corna contro gli alberi, i rinoceronti sui sassi, ed i cinghiali affilino contro gli uni e gli altri le loro zanne; benché gli animali tutti sappiano prepararsi a nuocere, quale tuttavia di loro, ad eccezione dell uomo, cosparge di veleno le sue armi? Noi ungiamo finanche le frecce, e aggiungiamo al ferro un principio ancor più nocivo; noi inquiniamo sia i fiumi che gli elementi della natura, e rendiamo dannosa l aria stessa che respiriamo. E non c è ragione di credere che i veleni siano ignoti agli animali: abbiamo mostrato quali precauzioni essi prendano nella lotta con i serpenti, e quali rimedi abbiano escogitato per medicarsi dopo lo scontro.2 Eppure, solo l uomo lotta con veleni non suoi. Riconosciamo dunque la colpa di noi uomini, non paghi neanche dei veleni che si trovano in natura: quanto più numerosi, infatti, sono quelli confezionati dall uomo! E non nascono forse uomini che sono come veleni? La loro lingua vibra, scura come quella dei serpenti, ed il contagio del loro animo brucia tutto ciò che tocca. Essi se la prendono con tutto e, simili ad uccelli del malaugurio, infastidiscono con i loro gemiti anche le tenebre in cui vivono e il silenzio della notte. Il gemito è l unica loro voce, e, come gli animali di cattivo augurio, essi impediscono a chi li incontra ogni iniziativa di qualche utilità. E queste anime maledette non conoscono altro bene che l odiar tutto. (trad. F.E. Consolino, con adattamenti) 1. uri: grandi bovini, sorta di bisonti, oggi estinti. 2. E non c è ragione dopo lo scontro: argomenti affrontati da Plinio nell VIII libro dell opera (ai paragrafi 88 e 97-98). DI TESTO IN TESTO Questo brano tratto da Gomorra (2006), del giornalista e scrittore Roberto Saviano (n. 1979), è un reportage sulla situazione della Terra dei fuochi , un area compresa fra la provincia di Caserta e quella di Napoli, divenuta tristemente nota per il gravissimo degrado ambientale dovuto all inquinamento del suolo. 46

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Educazione civica per la letteratura latina