Città e campagna

PERCORSI TEMATICI Città e campagna Campagna vs città Il contrasto tra città e campagna è un tema ricorrente nella cultura romana e compare in molti degli autori maggiori della letteratura latina: basti pensare alle Bucoliche e alle Georgiche di Virgilio, o alla favola del topo di campagna e del topo di città narrata da Orazio nelle Satire, ma anche a un autore come Tibullo, che dedica al tema la parte più caratteristica della sua produzione poetica. All ideologia del mos maiorum, che indica nel contadino dedito al lavoro un modello di virtù prettamente romano, si affianca e si sovrappone, soprattutto a partire dal I secolo a.C., il bisogno privato di un esistenza a contatto con la natura, a fronte di un ambiente cittadino reso sempre meno ospitale dal frastuono e dall inquinamento dell aria causato dalla concentrazione dei camini. La situazione è destinata a peggiorare in epoca imperiale, come attesta per esempio Seneca scrivendo a Lucilio: «Appena ebbi lasciata l aria pesante di Roma e quell odore di cucine fumanti che, una volta al lavoro, effondono con la polvere tutto quel vapore pestifero che hanno assorbito, subito ho sentito un 38 cambiamento nel mio stato di salute. incredibile quanto nuovo vigore mi ha pervaso nel mettere piede nel mio vigneto. Sdraiato sul prato ho mangiato a sazietà. Mi sono già ripreso, è scomparso quel languore sospetto che mi teneva in ansia; ricomincio a lavorare con passione (104, 6, trad. G. Monti). La visione tradizionalista del lavoro nei campi La concezione tradizionale romana vede nella vita degli antichi contadini l esistenza virtuosa per eccellenza, dedita al lavoro e alle cose semplici e lontana dalla corruzione, dal lusso e dall inoperosità della vita cittadina: è un idea che si ritrova in tutti gli autori che hanno scritto sull agricoltura, da Catone a Columella passando per Varrone, che la espone in modo particolarmente incisivo nel proemio al secondo libro del suo trattato De re rustica, dove contrappone la moralità dei Romani di una volta, dediti alla coltivazione dei campi, alla rilassatezza di costumi dei suoi contemporanei, che al lavoro agreste preferiscono gli ozi e i piaceri cittadini ( T1). Il risultato, osserva un secolo più tardi il collega

Percorsi tematici Treccani
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Educazione civica per la letteratura latina