Percorsi tematici Treccani

PERCORSI TEMATICI 5 10 15 te stesso? E quale frutto ci sarebbe nella prosperità se non avessi qualcuno capace di goderne al par tuo? Con difficoltà, poi, potresti affrontare le sventure senza un amico che ne soffra anche più di te.2 Infine, tutti gli altri beni a cui l uomo aspira, se presi uno a uno, presentano un solo lato vantaggioso la ricchezza per spenderla, la potenza per essere riveriti, le cariche per ricever lodi, i piaceri per goderne, la salute per non provar dolore e per disporre delle forze fisiche. L amicizia, invece, comporta moltissimi vantaggi. Dovunque tu vada è a tua disposizione, non è esclusa da nessun luogo, non è mai inopportuna, non è mai un peso. Insomma, non sono l acqua e il fuoco, come dicono,3 a esser utili in tante situazioni, è l amicizia. E non mi sto riferendo all amicizia volgare e mediocre, capace tuttavia di procurare diletto e utilità, ma all amicizia vera e perfetta, come fu quella che legò quei pochi che ancor oggi sono ricordati.4 L amicizia, infatti, conferisce più vivo splendore al successo e allevia il peso delle avversità, condividendole e partecipandovi. (trad. N. Marini) 2. Con difficoltà di te: è la concezione dell amicizia propria della filosofia epicurea; nel dialogo ciceroniano De finibus bonorum et malorum, all epicureo Torquato è attribuito lo stesso pensiero: «ci rallegriamo della felicità degli amici come della nostra e, allo stesso modo, ci addoloriamo per le loro angosce (1, 67). 3. come dicono: si tratta di un espressione proverbiale. 4. quella che legò ricordati: Cicerone si riferisce, genericamente, agli esempi illustri di amicizia tratti dalla storia di Roma. DI TESTO IN TESTO Don Achille era l orco delle favole, avevo il divieto assoluto di avvicinarlo, parlargli, spiarlo: c erano nei suoi confronti, a casa mia ma non solo, un timore e un odio che non sapevo da dove nascessero. [ ] Credevo che se solo l avessi visto da lontano mi avrebbe cacciato negli occhi qualcosa di acuminato e bruciante. Se poi avessi fatto la pazzia di avvicinarmi alla porta di casa, mi avrebbe uccisa. Aspettai un po per vedere se Lila ci ripensava e tornava indietro. Sapevo cosa voleva fare, avevo inutilmente sperato che se ne dimenticasse, e invece no. [ ] Per seguirla dovevo lasciare l azzurrognolo del cortile ed entrare nel nero del portone. Quando finalmente mi decisi, all inizio non vidi niente. Sentii solo un odore di roba vecchia e DDT. Poi mi abituai allo scuro e scoprii Lila seduta sul primo scalino della rampa. Si alzò e cominciammo a salire. Avanzammo tenendoci dal lato della parete, lei due gradini avanti, io due gradini indietro e combattuta fra accorciare la distanza o lasciare che aumentasse. [ ] Tremavo. Ogni rumore di passi, ogni voce era Don Achille che ci arrivava alle spalle o ci veniva incontro con un lungo coltello, di quelli per aprire il petto alle galline. [ ] Ci fermammo spesso e tutte le volte sperai che Lila tornasse indietro. Ero molto sudata, lei non so. [ ] Le luci si accesero all improvviso [ ]. Aspettammo per capire se era stato Don Achille a girare l interruttore ma non sentimmo niente [ ]. Poi Lila proseguì, e io dietro. [ ] Salivamo lentamente verso il più grande dei nostri terrori di allora, andavamo a esporci alla paura e a interrogarla. Alla quarta rampa Lila si comportò in modo inatteso. Si fermò ad aspettarmi e quando la raggiunsi mi diede la mano. Questo gesto cambiò tutto tra noi per sempre. (Elena Ferrante, L amica geniale, Edizioni E/O, Roma 2016) 30

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Educazione civica per la letteratura latina