Percorsi tematici Treccani

PERCORSI TEMATICI 30 35 40 e consentanea a natura: in tale scelta comincia per la prima volta ad esistere e ad essere compresa l essenza di ciò che si può veramente chiamare bene. Difatti prima si verifica la propensione dell uomo per ciò che è secondo natura. Poi, appena acquistò l intelligenza, o meglio la nozione4 che essi chiamano in greco énnoia , e vide l ordine e per così dire la concordia dei suoi atti, ne ebbe una considerazione molto maggiore che per tutte le sue prime predilezioni e così, mediante la conoscenza e la ragione, giunse alla conclusione che in ciò risiede quel sommo bene dell uomo, degno di essere lodato e ricercato per sé stesso; e dato che è riposto in ciò, per cui gli Stoici usano il termine greco homolog a, che noi potremmo tradurre con «accordo ,5 se sembra che vada bene... dato che stavo dicendo in ciò consiste quel bene a cui tutto bisogna riferire, le azioni oneste e l onestà stessa, la sola ad essere annoverata fra i beni, per quanto di origine posteriore, costituiscono tuttavia la sola cosa da ricercare per la propria intrinseca essenza e dignità: quanto ai principi naturali, nessuno invece è da ricercare per sé stesso. (trad. N. Marinone) 4. intelligenza nozione: in latino, rispettivamente, intellegentia e notio: en- trambi i termini indicano la capacità intellettiva. 5. «accordo : in latino convenientia. DI TESTO IN TESTO Così il filosofo Salvatore Natoli (n. 1942) riflette sul moderno confine tra virtù e male: Nell antichità classica il bene era evidente per sé, di fatto lo si faceva coincidere con l andamento stesso della natura. Agisci secondo natura , dicevano gli stoici. [ ] probabile che in quei mondi non sia stato facile essere virtuosi, ma non era certo difficile identificare la virtù. Il bene era evidente, oggettivo; al contrario, innaturale, per quanto diffuso, era il male. [ ] A partire dal moderno le virtù si vengono sempre più configurando come le capacità di un soggetto, come risorse utili a garantire il bene e in particolare quel bene sociale per eccellenza che va sotto il nome di pace e di sicurezza. [ ] La soggettivizzazione moderna delle virtù non coincide affatto con il loro accantonamento, ma con un loro diverso investimento [ ] e ha fatto sì che quanto prima si pensava prevalentemente in termini di obbligo si venisse mano a mano formulando in termini di risorsa. [ ] Il modo antico di concepire la virtù è da ritenersi troppo semplice e forse anche ingenuo rispetto all attuale complessità del mondo. Tuttavia, proprio per questo diviene più impellente domandarsi che ne è della virtù dopo la virtù . Dal momento che non esiste più l oggettività del bene, il massimo bene per gli uomini sembra oggi risiedere nelle possibilità che essi hanno di perseguire al meglio il proprio. Tuttavia, a nessuno sarà mai concesso di conseguire il suo bene se non permette agli altri di conseguirlo. [ ] Virtuoso infatti non è colui che si conforma ad una legge, ma colui che sa diventare norma a sé stesso, che sa assumere su di sé e consapevolmente la sua finitudine. La virtù non invade lo spazio dell altro, ma lo libera: libera spazio e fa distanza perché l altro possa essere meglio e più autenticamente raggiunto nella sua libertà. La virtù, così intesa, ritengo si disponga ad un livello più alto del dovere. arte discreta del ben vivere. (Salvatore Natoli, Dizionario dei vizi e delle virtù, Feltrinelli, Milano 1996) 10

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Educazione civica per la letteratura latina