1.3 Cicerone, De officiis, Perché Cicerone si è dedicato

Palestra verso l Esame 1.3 Perché Cicerone si è dedicato alla filosofia Cicerone, De officiis PRIMA PARTE: traduzione di un testo in lingua latina All inizio del libro II del De Officiis, Cicerone sente il bisogno di rispondere a chi si stupisce del fatto che negli ultimi anni (tra 46 e 44 a.C.) abbia dedicato tanto tempo alla filosofia. Classe IV PRE TESTO E ben fosse rimasta in piedi la repubblica in quelle condizioni in cui aveva ricominciato a ricollocarsi, e non fosse caduta nelle mani di uomini desiderosi non tanto di innovare quanto di sovvertire la situazione! In primo luogo infatti avremmo dedicato maggior opera all azione, come eravamo soliti finché la repubblica resistette, che non allo scrivere; secondariamente avremmo affidato agli scritti non questi argomenti, ma le nostre azioni stesse, come spesso facemmo. Ma essendo ormai del tutto sparita quella repubblica nella quale solitamente ponevamo ogni nostra cura, pensiero, attività, anche quella nostra produzione forense e senatoria si tacque. Ma non potendo il nostro animo stare a far nulla, essendo già io educato a questi studi fin dal principio dell adolescenza, ritenni di poter dimenticare nel modo più decoroso le mie molestie rivolgendomi di nuovo alla filosofia: a questa io avevo dedicato molto tempo della mia gioventù per istruirmi, ma quando incominciai ad essere schiavo della carriera politica, alla filosofia dedicai soltanto più quel che mi sopravanzava agli amici ed allo Stato, e tutto lo consumavo nella lettura, non avendo tempo di scriverne. Pertanto pur in mezzo alle più gravi sciagure, ci sembra almeno di avere conseguito questo vantaggio, di aver affidato ai nostri scritti dottrine non abbastanza note ai nostri eppur degnissime di essere conosciute. Quid enim est, per deos, optabilius sapientia, quid praestantius, quid homini melius, quid homine dignius? Hanc igitur qui expetunt, philosophi nominantur, nec quicquam aliud est philosophia, si interpretari velis, praeter studium sapientiae. Sapientia autem est, ut a veteribus philosophis definitum est, rerum divinarum et humanarum causarumque, quibus eae res continentur, scientia, cuius studium qui vituperat haud sane intellego quidnam sit quod laudandum putet. Nam sive oblectatio quaeritur animi requiesque curarum, quae conferri cum eorum studiis potest, qui semper aliquid anquirunt, quod spectet et valeat ad bene beateque vivendum? Sive ratio constantiae virtutisque ducitur, aut haec ars est aut nulla omnino, per quam eas assequamur. POST TESTO L affermare che non ci sia alcuna scienza sui massimi argomenti, mentre fra i minimi non ve n è alcuno privo di una disciplina particolare, è da sconsiderati e da persone che errano proprio sui massimi problemi. Se sussiste una qualche dottrina della virtù, dove la cercheremo, se ci allontaniamo da questa sorta di studi? (trad. L. Ferrero) 72

Palestra per l’Esame di Stato
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Preparazione alla prova di indirizzo del liceo classico