1.4 Sallustio, De Catilinae coniuratione, A Roma dilaga la

Palestra verso l Esame 1.4 A Roma dilaga la corruzione Sallustio, De Catilinae coniuratione PRIMA PARTE: traduzione di un testo in lingua latina Nel cuore della monografia dedicata da Sallustio alla congiura di Catilina (63 a.C.) i capitoli 36,4-39 sono dedicati a un approfondimento circa la situazione politica e morale della città di Roma in cui germinò il progetto sedizioso. Il momento di rottura del tessuto sociale, a detta di Sallustio, seguì i successi dell espansione nel Mediterraneo. Ma perché si giunse a questo punto? Perché la congiura ebbe tanti seguaci e tanto fedeli? Classe III PRE TESTO Intanto Catilina, dopo essersi fermato qualche giorno da Gaio Flaminio in territorio aretino, giusto il tempo di armare la gente dei dintorni che già prima aveva sollevato, si dirige con i fasci e le altre insegne del comando verso l accampamento di Manlio. Appena la notizia giunge a Roma, il Senato dichiara nemici pubblici Catilina e Manlio; per tutti gli altri, tranne quelli già condannati a morte, fissa una data entro la quale potevano ancora deporre le armi senza incorrere in una punizione. Poi decreta che i consoli procedano all arruolamento, che Antonio con l esercito si affretti a marciare contro Catilina, che Cicerone rimanga a guardia della città. Ea tempestate mihi imperium populi Romani multo maxume miserabile visum est. Cui cum ad occasum ab ortu solis omnia domita armis parerent, domi otium atque divitiae, quae prima mortales putant, adfluerent, fuere tamen cives, qui seque remque publicam obstinatis animis perditum irent. Namque duobus senati decretis1 ex tanta multitudine neque praemio inductus coniurationem patefecerat neque ex castris Catilinae quisquam omnium discesserat: tanta vis morbi ac veluti tabes plerosque civium animos invaserat. Neque solum illis aliena mens erat, qui conscii coniurationis fuerant, sed omnino cuncta plebes novarum rerum studio Catilinae incepta probabat. Id adeo more suo videbatur facere. Nam semper in civitate, quibus opes nullae sunt, bonis invident, malos extollunt, vetera odere, nova exoptant, odio suarum rerum mutari omnia student, turba atque seditionibus sine cura aluntur, quoniam egestas facile habetur sine damno. POST TESTO Ma la plebe urbana in verità aveva molte ragioni per gettarsi a capofitto. Prima di tutto quelli che si erano fatti conoscere ovunque per disonestà e prepotenze, che avevano dilapidato il patrimonio con un esistenza dissoluta, o che erano stati costretti a lasciare le loro citta per uno scandalo o un delitto, tutti erano confluiti a Roma come in una sentina. Poi, molti, memori della vittoria di Silla, poiché vedevano che alcuni, da semplici soldati, erano divenuti senatori2, altri così ricchi da spassarsela per l intera vita in un fasto regale, speravano, prendendo le armi, di ricavare altrettanto dalla vittoria. I giovani, infine, che avevano sofferto la fame nei campi col lavoro delle proprie braccia, attirati dalle largizioni pubbliche e private, avevano preferito l ozio urbano a un ingrato lavoro. Prosperavano tutti, gli uni come gli altri, sul pubblico danno. Di cosa meravigliarsi allora se uomini alla deriva, in miseria, che coltivavano smisurati progetti, provvedevano allo Stato come avevano provveduto a se stessi? (trad. G. Pontiggia) 1. duobus... decretis: con il primo dei decreti si stabilivano le ricompense per chi, schiavo o libero, avesse fatto rivelazioni circa la congiura; con il secondo, promulgato quando Catilina era fuoriuscito da Roma per raggiungere l esercito di Manlio, si stabiliva l impunità per chi avesse deposto le armi. 2. Nell 81 a.C. Silla aveva portato il numero dei senatori da 300 a 600. 40

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Preparazione alla prova di indirizzo del liceo classico