3.3 Quintiliano, Institutio oratoria / Isocrate, Nicocle -

Classe V 3. Prove di lingua e cultura latina e lingua e cultura greca 3.3 Il valore della parola Quintiliano, Institutio oratoria Isocrate, Nicocle PRIMA PARTE: traduzione di un testo in lingua latina Nel libro II dell Institutio Oratoria Quintiliano, dopo aver definito che cosa sia la retorica e quale il suo fine, intende chiarirne l utilità: perciò si sofferma a dimostrare il valore della parola nella vita degli esseri umani. PRE TESTO Se [la retorica] è la scienza del parlare bene (bene dicendi scientia), secondo la definizione che noi seguiamo, e quindi l oratore deve essere anzitutto uomo retto, allora va riconosciuto che la retorica è certamente utile. POST TESTO Forse, infatti, rendere morbidi i covili, tessere i nidi, crescere i piccoli e farli uscire e addirittura riporre alimenti per l inverno e compiere opere che noi non sappiamo neppure imitare, come la produzione di cera e miele, è segno di un barlume di ragione; ma, poiché mancano del linguaggio, gli animali che fanno tutto ciò sono considerati muti e irrazionali. Infine, agli uomini muti quanto serve avere in sé quello spirito divino? Per cui, se nulla di meglio della parola abbiamo ricevuto dagli dèi, che cosa dovremmo stimare altrettanto degno di cura e fatica, o in che cosa vorremmo eccellere fra tutti gli altri animali? Tanto più che in nessuna attività la fatica ottiene maggior ricompensa! Questo apparirà ben chiaro se considereremo da dove ha preso le mosse e fin dove già si è spinta l arte oratoria; e ancora la si può accrescere. (trad. S. Corsi) SECONDA PARTE: confronto con un testo in lingua greca, con traduzione a fronte Anche Isocrate insiste sul valore del che differenzia gli uomini dagli animali: il passo seguente ricorre per ben due volte nelle sue opere, in Antidosi 253-256 e in Nicocle 5-9. , , , , . 127 Classe V Et hercule deus ille princeps, parens rerum fabricatorque mundi, nullo magis hominem separavit a ceteris, quae quidem mortalia essent, animalibus quam dicendi facultate. Nam corpora quidem magnitudine viribus firmitate patientia velocitate praestantiora in illis mutis videmus, eadem minus egere adquisitae extrinsecus opis; nam et ingredi citius et pasci et tranare aquas citra docentem natura ipsa sciunt, et pleraque contra frigus ex suo corpore vestiuntur et arma iis ingenita quaedam et ex obvio fere victus, circa quae omnia multus hominibus labor est. Rationem igitur nobis praecipuam dedit eiusque nos socios esse cum dis inmortalibus voluit. Sed ipsa ratio neque tam nos iuvaret neque tam esset in nobis manifesta nisi quae concepissemus mente promere etiam loquendo possemus: quod magis deesse ceteris animalibus quam intellectum et cogitationem quandam videamus.

Palestra per l’Esame di Stato
Palestra per l’Esame di Stato
Preparazione alla prova di indirizzo del liceo classico