1.2 Petronio, Satyricon, Un’avventura terrificante

Palestra verso l Esame 1.2 Un avventura terrificante Petronio, Satyricon PRIMA PARTE: traduzione di un testo in lingua latina Encolpio, protagonista e voce narrante del Satyricon, e i suoi compagni di viaggio e di avventure Ascilto e Gitone sono invitati a cena a casa di Trimalchione, un liberto ricchissimo. Il lusso con cui è allestita la sala è abbagliante; inesauribile e sorprendente è la sequenza delle portate, servite mentre si suona e si danza. I commensali esprimono entusiasmo, conversano animatamente e si raccontano esperienze anche sconcertanti. A un certo punto il liberto Nicerote, uno degli ospiti fissi, su invito del padrone di casa, racconta una storia terrificante che gli sarebbe capitata quando era ancora a servizio del suo antico padrone. PRE TESTO Poiché tutti a vicenda si scambiaron gli augùri di salute e di prosperità, Trimalchione si volse a Nicerote, e: «Tu , disse «eri solito di rallegrar la brigata; non so perché ora stai zitto e non fiati. Ti prego, se mi vuoi fare un piacere, narra qualche tuo caso . Lusingato dalla cortesia dell amico, «Non voglio buscare più un asse , gridò Nicerote «se già da un pezzo non scoppio di gioia a vederti così contento. Viva la gioia, perbacco! Benché io abbia paura di farmi canzonare qui da codesti letterati. Per me, facciano pure: io dirò il mio racconto; che mi leva chi ride? Meglio far ridere che farsi deridere . Dette queste parole riprese: «In quel tempo ch ero ancora a servizio, s abitava nel vicolo stretto dove c è ora la casa di Gavilla. Là, come piacque agli dèi, m innamorai della moglie di Terenzio, l oste: l avrete conosciuta, Melissa di Taranto, il più bel tòcco di donna ch io abbia mai visto. Per altro, non m attaccai a lei per la sua ciccia o per lo stimolo della lussuria; ma perché mi pareva quel che si dice una donna per bene. Qualunque cosa le chiedessi, non mi negava mai nulla; se buscava un asse, me ne dava mezzo; glielo mettevo nella borsa, né mai ebbi a pentirmene. Il suo uomo venne a morire in campagna. Allora, per un verso o per l altro, macchinai d arrivar fino a lei: sapete bene che al bisogno si conoscono gli amici . Classe V «Forte dominus Capuae1 exierat ad scruta scita expedienda. Nactus ego occasionem persuadeo hospitem nostrum, ut mecum ad quintum miliarium veniat. Erat autem miles, fortis tamquam Orcus. Apoculamus nos circa gallicinia; luna lucebat tamquam meridie. Venimus inter monimenta: homo meus coepit ad stelas facere2; sedeo ego cantabundus et stelas numero. Deinde ut respexi ad comitem, ille exuit se et omnia vestimenta secundum viam posuit. Mihi anima in naso esse; stabam tanquam mortuus. At ille circumminxit vestimenta sua et subito lupus factus est. Nolite me iocari putare; ut mentiar, nullius patrimonium tanti facio. Sed, quod coeperam dicere, postquam lupus factus est, ululare coepit et in silvas fugit. Ego primitus nesciebam ubi essem; deinde accessi, ut vestimenta eius tollerem: illa autem lapidea facta sunt. Qui mori3 timore nisi ego? . 1. Capuae: dativo di moto a luogo. 2. facere: usato assolutamente, con significato volgare, equivale al nostro «farla , «fare pipì . 3. mori: infinito esclamativo, che può trovarsi nelle interrogative retoriche. 104

Palestra per l’Esame di Stato
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Preparazione alla prova di indirizzo del liceo classico