Antologia della Divina Commedia

60 piangendo disse: «Se per questo cieco carcere vai per altezza d ingegno, mio figlio ov è? e perché non è teco? . [58-60] piangendo disse: «Se attraversi (vai per) questo oscuro (cieco) carcere grazie alle tue qualità intellettuali (per altezza d ingegno), dov è mio figlio, e perché non è con te (teco)? . 63 E io a lui: «Da me stesso non vegno: colui ch attende là, per qui mi mena forse cui Guido vostro ebbe a disdegno . [61-63] E io a lui: «Non sono venuto (vegno) per i miei meriti (Da me stesso = da solo): colui che mi attende là [Virgilio] mi sta conducendo (mena) attraverso questo luogo (per qui), colui che forse il vostro Guido disprezzò (ebbe a disdegno). 66 Le sue parole e l modo de la pena m avean di costui già letto il nome; però fu la risposta così piena. [64-66] Le sue parole e il tipo (modo) di pena mi avevano (m avean) già rivelato (letto) il nome di costui; perciò (però) la mia risposta fu così esaustiva (piena). 69 Di sùbito drizzato gridò: «Come? dicesti elli ebbe ? non viv elli ancora? non fiere li occhi suoi lo dolce lume? . [67-69] Subito alzatosi (drizzato) gridò: «Come, hai detto ebbe ? Non vive egli (elli) ancora? La dolce luce (lume) [del Sole] non ferisce (fiere) i suoi occhi? . 72 Quando s accorse d alcuna dimora ch io fac a dinanzi a la risposta, supin ricadde e più non parve fora. [70-72] Quando s accorse di una qualche esitazione (d alcuna dimora) che io avevo (fac a) prima di rispondere (dinanzi a la risposta), cadde supino e non apparve più fuori (fora). CAVALCANTE DE CAVALCANTI Nobile fiorentino, discendente da una famiglia di origine mercantesca, è figura importante del partito guelfo; per questo viene cacciato da Firenze nel 1248, dopo la vittoria dei nemici ghibellini. Tornato in città, viene nominato podestà di Gubbio nel 1257; dopo il 1260, cioè dopo la vittoria ghibellina a Montaperti, è di nuovo esiliato da Firenze. Vive a Lucca fino al 1266, quando riesce a tornare in patria. Muore negli anni Ottanta del XIII secolo. Cavalcante è padre di Guido, grande poeta e intellettuale 61-63. Da me stesso ... disdegno: la risposta di Dante a Cavalcante è uno dei passi più discussi dell intero poema. Tuttavia, l unica spiegazione accettabile vede in Virgilio, allegoria della ragione, l oggetto del disdegno di Guido (cui starebbe dunque per che : mi guida Virgilio, che il vostro Guido disprezzò ). Per Dante, infatti, la ragione è la prima tappa di un cammino di conoscenza che porta alla fede cristiana: tenendo questa in poco conto, Guido avrebbe disprezzato anche la ragione illuminata dalla fede. Dante pensava inoltre che l analisi razionale della struttura dell anima permettesse di dedurne l immortalità, mentre sembra che Guido anche in base ai contenuti di una delle sue più importanti poesie, Donna me 68 PERSONAGGI della Firenze di fine Duecento. Primo modello di poesia per Dante, Guido è anche suo grande amico fino alla metà degli anni Novanta, quando un dissidio dovuto probabilmente alle diverse impostazioni filosofiche li allontana. Cavalcante si trova nello stesso sarcofago di Farinata in quanto sostenitore di tendenze filosofiche materialiste (che negano l immortalità dell anima), ma è anche suo parente: in un tentativo di conciliazione tra guelfi e ghibellini, infatti, Guido aveva sposato la figlia di Farinata, Bice degli Uberti. prega ritenesse possibile credere all immortalità dell anima solo per fede, e non sulla base di argomenti razionali e filosofici. Guido, in altre parole, avrebbe seguito una ragione erronea, e non la vera ragione, qui rappresentata da Virgilio. 64-66. Le sue parole ... piena: Dante riconosce Cavalcante per il discorso che ha fatto (Le sue parole) e per il fatto stesso che si trovi in quel punto dell Inferno: evidentemente, avendolo incontrato da vivo, conosceva le idee filosofiche eretiche del padre del suo amico. 67-69. Come? ... dolce lume?: ben quattro domande esprimono lo stesso concetto ( Guido è dunque morto? ) con un crescendo di capacità descrittiva, a raf- figurare con grande acutezza psicologica la situazione interiore del personaggio. Cavalcante, colpito dal sospetto che il figlio possa essere morto, dapprima non riesce che a balbettare un Come?, poi chiarisce il perché del suo timore (dicesti elli ebbe ?), quindi esprime pienamente il concetto (non viv elli ancora?), infine in modo poetico associa al concetto della vita quello del piacere di vedere la luce del Sole (non fiere li occhi suoi lo dolce lume?), sottolineando così il suo disperato desiderio di poter pensare l amato figlio ancora in mezzo alla bellezza del mondo. 67-72. Di sùbito ... parve fora: Cavalcante non coglie il senso profondo della risposta di Dante; l unica cosa che com-

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